venerdì, Aprile 26, 2024
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Parla la voce storica del Wwf. Amadio: «Non serve vederlo per accertarne il passaggio»

Ricerche in corso. Ma l’orso errante resta appartato

L’orso non si vede ma se ne parla: sul Baldo, a Ferrara o a Brenzone, a Spiazzi o a Malcesine, la presunta migrazione del cucciolo di plantigrado arrivato dall’Adamello resta argomento di estrema attualità anche se – al di là di qualche rumor cui non corrispondono apprezzabili riscontri – l’ultimo avvistamento resterebbe quello del 26 giugno scorso. Ma l’ipotesi è tutt’altro che pellegrina, come sostiene uno che qualche dimestichezza con la fauna – non solo delle nostre zone – ce l’ha: Averardo Amadio, ambientalista della prima ora nonché fondatore del Wwf veronese, è convinto che si tratti di «un orso erratico. el resto», aggiunge, «gli orsi viaggiano da soli, non in gruppo. Consigli? Il nostro orso bruno è un animale pacifico. Consiglio di non avvicinarsi a eventuali cuccioli perché se la mamma fosse nei paraggi potrebbe arrabbiarsi. Ma non è semplice incrociarlo. L’orso è un animale elusivo che tende ad allontanarsi quando vede l’uomo. Ha un fiuto notevole e ne riconosce l’odore anche a 400 metri di distanza. Di fatto lo si può avvicinare solo se si è sottovento. Comunque non si tratta di situazioni da prendere sottogamba. È bene che se ne occupino le guardie forestali provinciali e regionali».Amadio era tra quelli che, nel 1983, seguirono per mesi le tracce di due esemplari a spasso per le montagne nostrane. Nessun dubbio che, anche quella volta, i plantigradi ci fossero: «Non è necessario avvistare l’orso per accertarne la presenza», spiega ora. «Dalle orme e dalle fatte che semina per strada, per esempio, si possono ricavare indizi chiarissimi della sua presenza».Nell’83, ricorda lui, «c’erano due animali: uno sul Baldo e l’altro in Lessinia. Seguii il loro vagabondaggio partecipando in prima persona alla vicenda, tra la generale incredulità degli altri. Se ne erano dette e sentite di tutti i colori ma gli orsi c’erano. L’Adamello? No, quelli erano esemplari allevati in cattività e rilasciati da qualche scriteriato veronese all’imboccatura della Val di Ronchi».La Provincia credette alle segnalazioni e l’assessore Valdis Salardi partì sulle tracce dell’animale arrivato sul Baldo. «Quella spedizione (che io chiamerei punitiva) spinse l’orso a morte sicura. Sentendosi braccato infatti l’animale probabilmente finì in un burrone verso le pale che strapiombano sul lago. L’altro orso? Da informazioni non controllabili l’avrebbero ucciso e mangiato alcuni cacciatori della Lessinia occidentale».

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