Per i sirmionesi, soprattutto per quelli con i capelli ancora in testa, c’è un regalo in arrivo. Un libro, scritto da Giordano Signori, assessore comunale e giornalista, arricchito da fotografie raccolte da Stella Rosa, architetto che ripercorre gli ultimi cent’anni di vita di Sirmione. Con tanti inediti e gustosi episodi pazientemente registrati attraverso le testimonianze di personaggi alla soglia dei novant’anni o degli ottanta, la cui lucidità ha permesso di tramandare, a distanza di mezzo secolo e forse più, tante storie e tanti personaggi che avrebbero fatto grande qualche decennio più tardi questa località.Proprio in questo sta il merito di Giordano Signori e di Stella Rosa. Il libro, intitolato per l’appunto «Sirmione nel ventesimo secolo», verrà distribuito gratuitamente il 4 novembre al Palacongressi, in occasione della presentazione alla cittadinanza. I due autori l’hanno ceduto all’amministrazione e questa, a sua volta, con una modica spesa l’ha mandata alle stampe.L’altra sera l’iniziativa è stata presentata alla «Vecchia Lugana», presenti, oltre agli autori, il sindaco Maurizio Ferrari e il vice Alessandro Mattinzoli. Da notare che l’attuale gestore del locale, Pierantonio Ambrosi, è raffigurato in una foto nei panni di calciatore-baby nelle file dell’Us. Sirmione prima di una finalissima giocatasi a Brescia. Dicono che fosse una promessa, poi è diventato un professionista della ristorazione.L’amarcord sirmionese è ricco di storie e di personaggi. Un’anteprima di Tangentopoli avvenne nel 1918 proprio a Sirmione, ad opera dell’allora sindaco Giacomo Boari, poi inquisito dal Prefetto per via di 500 lire intascate, quindi rieletto con uno stratagemma (non ne voleva sapere di dimettersi: non è proprio cambiata l’Italia…), infine scomparso. Per alcuni appalti, il primo cittadino del primo dopoguerra si vide accusato dalla Polizia, senza che riuscisse a fornire valide spiegazioni.Sfogliando ancora le pagine, è ricordata una maxi-rissa tra giovani di Colombare a di Rivoltella per una vicenda di donne. Era il 1927 e a raccontare il, fattaccio è Tullio Bazzoli. Dove oggi si trova «Nonsolobar», gestito dalla signora Wilma, esisteva il Salone Ballila con una balera frequentata dai «gnari» di Sirmione e dintorni. Ebbene, una domenica pomeriggio si scatenò una zuffa furibonda con intervento dei Carabinieri, costretti addirittura a sparare in aria per dividere le opposte fazioni. Molti finirono in cella.Dalle testimonianze riferite all’ultimo dopoguerra si apprende che a Sirmione non ci fu caccia al fascista. Come non si ebbero violenze e soprusi da parte delle truppe d’occupazione nazifasciste, che anzi aiutarono molte famiglie povere a scampare alla fame. E ancora, come non ricordare una pagina drammatica che poche settimane fa abbiamo rivissuto: quella dell’inondazione del Po.Tra il 14 e il 17 novembre del 1951, anno in cui ci fu il disastro del Polesine, molti barcaioli sirmionesi raggiunsero, a bordo di un camioncino scoperto, la zona di Rovigo per prestare soccorso agli sfollati.L’opera di Signori e Rosa è una piccola pietra miliare nella storia della località. Perché ripercorre l’ultimo secolo, un periodo in cui nessuno aveva tentato di mettere il naso. Eppure, è questo il secolo più straordinario per Sirmione. Perché l’ha proiettato sul panorama mondiale.