venerdì, Aprile 26, 2024
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Convegno al Levi, nel libro nero anche gli integratori

Sport senza doping, si può «Cari ragazzi state attenti»

Sensibilizzare i giovani ai rischi del doping. È il tema del convegno organizzato ieri dal Comune e dal presidente della Corte d’appello Federale di Trento, Stefano Venturi. Centoventi studenti delle classi quarte e quinte del liceo scientifico Primo Levi hanno seguito per due ore con attenzione il preside Guido Fumagalli ed il professore Luca Leone della facoltà di Scienze motorie di Verona. Fumagalli è entrato nel cuore del problema: «Le sostanze dopanti creano gravi danni alla salute ma nonostante questo sia noto il loro utilizzo è superiore ai dati ufficiali. Le informazioni sul fenomeno ci derivano da studi e riscontri Nas sui quantitativi di farmaci usati. I medicinali dopanti sono da 200 a 1000 volte superiori alla necessità di utilizzo per cura medica: c’è una grande dissociazione tra vendita e consumo per malattia».Il preside ha illustrato il doping più usato nelle palestre e nel mondo sportivo: «Ci sono tre filoni di sostanze usate: gli anabolizzanti che agiscono sulla forza fisica; la eritropoietina, conosciuta come epo, che crea resistenza, adottata sopratutto dai ciclisti; gli integratori alimentari, che non sono considerati doping ma che sono sicuramente dannosi perchè creano danni epatici e renali ed influenzano l’autostima». «Il vero grosso problema», sottolinea Fumagalli, «è quello degli integratori alimentari che si trasformano nell’anticamera del doping e dello spinello del sabato sera. Sia farmaci che integratori si comperano in rete, gli integratori anche al supermercato, ma secondo uno studio europeo il 12 per cento degli integratori venduti contiene ormoni steroidei, che sono anabolizzanti. La diffusione delle sostanze dopanti è molto più alta di quello che si pensa e si inizia ad usarli giovanissimi, dai 12 anni».Leone ha illustrato la legge che accompagna il consumo di queste sostanze: «La 376 del 2000 vieta il doping, ma come tutte le leggi ha luci e ombre. Il decreto approvato dal Ministero della salute prevede una lista di farmaci, sostanze e pratiche mediche vietate. Questa lista è la stessa usata dallo sport internazionale e prevede sanzioni di tipo penale: ha il vantaggio che scoraggia con una sanzione forte ma è di difficile applicazione perchè ha bisogno di prove certe ed i giudici hanno pochi strumenti di indagine. La pena, da tre mesi a tre anni, vale anche per chi ha dato in uso la sostanza dopante, nonchè per l’atleta. La sanzione vale solo per le prestazioni agonistiche e non per le attività amatoriali, sulle quali quindi non c’è controllo. Non c’è l’aggravante del reato per il medico sportivo che distribuisce doping e lo spacciatore viene punito al pari di uno spacciatore di droghe leggere».

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