lunedì, Luglio 7, 2025
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ISOLA DELLA SCALA. Si è laureato campione divorando più di tre chili di vialone all’isolana in 45 minuti

«Vado al Massimo col risotto»

Ha divorato tre chili e dieci grammi di risotto all’isolana in 45 minuti. Così Massimo Rettondini ha vinto la gara a chi mangia più risotto organizzata dalla riseria Melotti, confermandosi il più grosso estimatore di riso che Isola della Scala conosca, dal momento che vince, senza rivali, la sfida da quattro anni consecutivi. Tanto per dire la differenza tra lui e gli altri: il secondo arrivato si è fermato dopo aver mangiato «solo» due chilogrammi e un etto di risotto. Massimo è andato avanti lo stesso, non per fame ma per la gloria e il record. «Sono un mangione e amo il riso e il risotto esageratamente», dice. Rettondini spiega che quello all’isolana è il suo piatto preferito, per questo partecipa con entusiasmo, oltre che con appetito, alla gara dove nel 1998 aveva vinto mangiandone due chili e 860 grammi; nel 1999 con due chili e 890: e nel 2000 con due chili e 520 (si era fermato perché aveva visto che non avrebbe avuto avversari pericolosi negli altri concorrenti). Quest’anno ha superato se stesso con un quantitativo di risotto che corrisponde a 14 porzioni, che ha mandato giù aiutandosi con un bicchiere e mezzo di vino. Il premio, come gli altri anni, era composto da una targa ricordo e 30 chili di riso, con i quali si possono preparare sessanta chili di risotto. Rettondini, 42 anni, legnaghese, 130 chili portati con giovialità, si dice felicemente sposato con Marina ed è padre di Beatrice, 4 anni. Ha sempre lavorato nei ristoranti come direttore di sala, per cui, dice, «ho sempre mangiato tanto e bene, sono un uomo tranquillo che ama il mangiare e la compagnia». Adesso lavora di giorno come operaio in uno scatolificio e di sera nella pizzeria di famiglia. Continua ad essere una buona forchetta, anche se da un anno a questa parte sta un po’ più attento e segue una dieta su consiglio del medico. La sua partecipazione alla sfida del risotto è stata una trasgressione, ma lui si era ripromesso di arrivare a mangiarne tre chili. Per prepararsi alla serata era rimasto digiuno… da mezzogiorno, perché «non va bene arrivare alla gara troppo affamati». Alla fine della prova, quando si sentiva «sazio come un bufalo» ha fatto una lunga camminata su e giù per le vie di Legnago fino alle tre del mattino per smaltire riso e tastasal. Il segreto delle sue vittorie? «Bisogna amare il riso per mangiarne così tanto», ripete. «Io lo gusto non solo con la bocca, ma anche con il cuore». Nella sua famiglia, il menù quotidiano è a base di cereali, tutti apprezzano il riso, lo preferiscono alla pasta e lo consumano abitualmente cucinato in tutti i modi, e in porzioni normali. Anche lui mangia normalmente: solo per il riso diventa un appassionato «sfegatato». Ne mangia due o tre piattoni, tanto che il suo pranzo può essere costituito, per esempio, da tre etti di riso bollito e pomodorini. Rettondini dice di non sapere se parteciperà all’edizione 2002 della gara. «A mia moglie, che mi dice sempre di stare attento, ho detto di no», confessa, ma poi aggiunge: «Vedremo». Per ora, dopo la prova di questo concorso, lo aspetta un periodo di dieta. Altrimenti a novembre il dottore potrebbe arrabbiarsi.

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