Villa Maffei-Sigurtà potrebbe avere una «nuova vita». Il suo recupero parte dai lavori sul tetto. Così sono comparse le impalcature ed è iniziato un intervento che non era più procrastinabile. «Quando abbiamo visto che il tetto cominciava ad avere troppe infiltrazioni d’acqua abbiamo contattato la Sovrintendenza», dichiara José Antonio Ruiz-Berdejo y Sigurtà, che dall’anno scorso è l’unico proprietario dello storico edificio, «perché vogliamo seguire le sue indicazioni per un intervento delicato ed oneroso, visto che si tratta di tremila metri quadrati di superficie, che ci permetterà di ridare nuova vita alla villa, rendendola fruibile al territorio». «L’obiettivo», continua, «è quello di completare l’offerta turistica di Valeggio, inserendo la possibilità di visitare la villa». I lavori sono stati affidati ad Arturo Sandrini, a suo tempo progettista del restauro della Gran Guardia a Verona, il quale, prima di sostituire le parti rovinate, sta catalogando attentamente ogni componente significativa del tetto. Proprio Arturo Sandrini, in un libro del 1990 su Villa Maffei-Sigurtà, da lui curato assieme a Bruno Chiappa ed edito dalla Banca agricola popolare di Cerea, sottolineava l’importanza dell’edificio e scriveva: «La fabbrica, sorta su antiche preesistenze quattrocentesche ancora in parte conservate, si presenta come una delle più interessanti del Seicento veronese e una delle poche citate dal Maffei nella terza parte della sua «Verona Illustrata» (assieme a villa della Torre a Fumane, villa Bevilacqua a Bevilacqua, villa Allegri a Cuzzano e la Musella a San Martino Buon Albergo)». In uno dei primi lavori è stata tolta dalla facciata la bouganville che per tanto tempo ne era stata parte integrante. «Era morta», rivela Ruiz-Berdejo, «e produceva una notevole umidità su una facciata che potrebbe anche darci delle sorprese perché ci sono più livelli di intonaci e bisogna capire a quali epoche appartengono. Stiamo anche studiando il modo per ridurre l’umidità alla base della villa». Il proprietario, che in questi ultimi tempi è spesso a Valeggio nonostante gli impegni di lavoro in Italia e in Spagna, confessa che il legame con la villa e con il territorio è anche di tipo affettivo: «Mi ricordo di quando ero bambino e vivevo lunghi periodi in questa villa con mio padre Carlos e mio nonno, Giuseppe Carlo Sigurtà». «Allora», prosegue Ruiz-Berdejo, «la villa mi sembrava una costruzione davvero di imponente. Ma tuttora mi affascina e mi accorgo che colpisce chi la guarda, anche solo osservandola dall’esterno. Per questo valore affettivo che sento, per i tanti ricordi che mi legano ad essa e anche alla gente del posto, sento quasi come un dovere morale quello di riaprirla e direnderla fruibile a chi ha la curiosità di varcarne il portone d’ingresso». «Poi, sul versante economico, ci aiuta la consapevolezza che lo “spirito del tempo” suggerisce delle nuove possibilità per inserire questo importante edificio nel mercato turistico della zona», conclude. Come le idee possano poi concretizzarsi Ruiz-Berdejo lo fa solo trasparire, lasciando le decisioni finali al termine dei lavori. Struttura di rappresentanza per la convegnistica o villa per party e banchetti? Lo si saprà solo più avanti.
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Il proprietario restaura lo storico edificio per renderlo fruibile al pubblico: «Sono molto legato a questo luogo». Ospiterà convegni o party? Ruiz-Berdejo deciderà al termine dei lavori
Villa Sigurtà apre le sue porte
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