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Concluso in anticipo di due anni il contratto con il Comune per la gestione del locale, polemiche sulle spese

Colonie Alpine lasciano il lido

Basta Colonie alpine al lido Bagni. Il Comune, «di accordo con l’Istituto di pubblica assistenza e beneficenza», fanno sapere dal municipio, ha deciso di rescindere in anticipo il contratto che legava le Colonie al lido fino al 15 gennaio 2008. Spiega il sindaco, Giorgio Passionelli: «La decisione arriva dopo un incontro chiarificatore con il presidente dell’Istituto, Amos Guatta Caldini».Il lido, unico contenitore pubblico con funzioni socio-ricreative del paese, era stato affidato poco prima dell’estate 2005 alle Colonie con una trattativa diretta proprio in virtù della ragione sociale dell’Ipab. L’Istituto avrebbe dovuto gestire il locale con finalità sociali, collaborando con le altre realtà associative del paese, organizzando anche d’inverno un centro di aggregazione. Purtroppo, però, come fanno notare ancora da viale Fratelli Lavanda, «La realtà dei fatti è stata diversa». «L’Ipab», spiega il sindaco, «ha gestito molto bene il doposcuola per i bambini, il grest e l’aspetto relativo alle finalità sociali d’inverno. Infatti è nostra intenzione lasciare questo ambito ancora nelle loro mani, come pure la pulizia delle strade e gli altri lavoretti che avevamo loro affidato, indipendentemente dal lido. Durante la stagione turistica però la gestione non è stata corrispondente alle aspettative perché il locale non è decollato nè come centro di aggregazione, né come lido o bar con musica serale. Credo che neppure le Colonie siano soddisfatte per il lido. Per questo abbiamo concluso per la rescissione consensuale del contratto, con la restituzione delle chiavi entro tre mesi». Di più il sindaco non aggiunge per evitare «inutili tensioni».Argomento di serrata discussione rischia però di diventare il tentativo, finora naufragato, di accordarsi sulle rispettive spettanze. «Le Colonie avanzano pretese per lavori eseguiti nel locale», conferma Passionelli, «vedremo il da farsi. In questo momento non c’è accordo». L’Ipab a sua volta è debitore del Comune per 42mila euro per l’affitto. Soldi finora mai versati e che sono stati oggetto di reiterate interrogazioni al sindaco e ai due capi area degli uffici tributi e patrimonio, da parte del consigliere comunale di minoranza, Stefano Nicotra.A fine settembre il responsabile dell’area contabile del Comune aveva diffidato con raccomandata le Colonie Alpine, per cercare di ottenere «l’intero corrispettivo già maturato, maggiorato di ottanta euro per ogni giorno di ritardo». A conti fatti, le Colonie sarebbero debitrici di una ulteriore cifra che dovrebbe aggirarsi sui settemila euro. Successivamente a questo passo c’era stato l’incontro tra il sindaco e il presidente delle Colonie Alpine, e la decisione comune di rescindere anticipatamente il contratto. Se il conto non verrà saldato, a quanto è parso di capire in municipio, si profilerebbe la possibilità da parte del comune di «iscrizione a ruolo» delle Colonie Alpine per la corresponsione coattiva di quanto dovuto.Per nulla intimorito è il presidente dell’Ipab, Amos Guatta Caldini. «La gestione delle Colonie», ammette, «non è stata soddisfacente neppure per noi dato che abbiamo praticato prezzi sociali e non una politica di prezzi aggressiva, come richiederebbe una logica commerciale. A fronte di questo però avevamo da pagare al comune 2.900 euro al mese. Dal punto di vistao sociale però riteniamo invece di avere raggiunto l’obiettivo. Siamo riusciti a fare lavorare d’estate al lido ben tre disabili psichici, pagandoli come personale qualificato e aiutandoli a reinserirsi». Molto chiare le idee del presidente delle Colonie anche sull’aspetto contabile: «L’amministrazione ci ha consegnato il lido il primo giugno 2005, in totale stato di abbandono e, se non ci fossimo sbrigati a fare dei lavori, avremmo perso la stagione. Abbiamo rimesso a norma gli impianti: elettrico, idraulico, igienico». Guatta Caldini è lapidario: «Abbiamo fatto un sopralluogo col comandante dei vigili e con un tecnico del Comune e abbiamo documentazione fotografica di come ci era stato consegnato il lido. A parte gli abbellimenti estetici, per cui non chiediamo rimborsi, abbiamo speso ben 59mila euro. Tutto documentato, fatturato e dimostrato. Di questo vogliamo il rimborso. Pagheremo quanto dovuto al Comune ma il Comune, altrettanto, ci deve questi soldi». Di qui la conclusione. «Bisognerà arrivare a stabilire, tramite la commissione di arbitrato, le rispettive competenze, senza polemiche o sceneggiate». Da ultimo, una stoccata «A chi, per fini politici, tenta di creare problemi tra Colonie e amministrazione. A colui che si è attivato politicamente, ricordo che è stato tra i primi ad usufruire dei servizi al lido, chiedendo di poter organizzare feste e manifestazioni a prezzo basso».

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