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Il comitato lancia l'allarme «Sono in pericolo i reparti dell'ospedale»

Dopo l’ultima assemblea

«Ora non è in pericolo la possibilità di ampliare l’ospedale, ma la vita stessa della nostra struttura sanitaria». Il presidente del comitato per la salvaguardia delle strutture ospedaliere dell’Alto Mantovano, Luca Placidi, lancia questo allarme dopo lo svolgimento dell’ultima assemblea del comitato.All’incontro hanno preso parte molti responsbili delle varie divisioni dell’ospedale San Pellegrino di Castiglione ed anche esponenti del mondo politico locale». «C’è grande preoccupazione nel personale che opera all’interno dell’ospedale – ha detto Placidi – dopo le dichiarazioni del direttore generale del Carlo Poma Colombo. Infatti, a differenza di quanto ci si attendeva, pare che siano in pericolo la sopravvivenza di diversi reparti, per i quali non vi è ancora l’accreditamento, e di conseguenza quella di tutto l’ospedale. Ci siamo battuti tanto per lo sviluppo di questo ospedale e per ottenere i finanziamenti per l’ampliamento, ed ora si rischia di buttare tutto al mare». Placidi, a nome di tutti i componenti del comitato, chiede di poter incontrare, magari in un cosiglio comunale aperto a Castiglione, i direttore generale Colombo, al quale il comitato vorrebbe chiedere che cosa intende fare in merito al piano triennale della sanità: «Il piano triennale – ha detto Placidi – è una legge regionale, che non può essere stravolta oppure non rispettata. Quello che vi è contenuto, e per il quale ci eravamo battuti, deve essere portato avanti. Da Colombo vorremmo la possibilità di un confronto e di avere chiarimenti». Quello che maggiormente preoccupa il comune è la funzionalità dell’ospedale e quindi il suo futuro: «Ci sono dei reparti finiti, come la unità coronarica, che sono chiusi e inattivi. Che cosa si aspetta a farli partire? Oppure il denaro speso per essi è stato sprecato? C’è molta preoccupazione perchè ancora l’accreditamento del Dea e di altri reparti non è stato ottenuto e per averlo occorre l’ampliamento. Ora addirittura pare che questo non interessi più e si parla del polo di Asola, di ospedale privato a Volta. Di Castiglione si fanno illazioni sul fatto che è in perdita e che quindi, come ramo secco, andrebbe tagliato: ci sono servizi ai quali i cittadini non possono rinunciare».

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