Sembra aumentare a vista d’occhio (tanto che nei giorni scorsi l’associazione ambientalista «Amici della Terra dell’Alto Garda e Ledro» ha presentato un esposto alla magistratura) la grande massa di detriti che, in questi giorni, i camion della ditta Collini-Oberosler portano fuori dal tunnel sulla Gardesana. Una montagna di terriccio e pietre che cresce proprio davanti alla centrale e frutto dell’opera di scavo per la realizzazione di due grandi “sale” che, laterali alla galleria, misurano circa 60 metri per 15. Il loro scopo è quello di consentire ai mezzi, eventualmente fermi in galleria per qualche incidente di compiere un’agevole manovra di inversione e di tornare indietro. Il materiale dovrebbe servire per allargare, e quindi rivalutare, il tratto di lungolago che da piazza Catena arriva fino alla Casa Rossa. Condizionale d’obbligo, visto che lo scorso anno, poco dopo l’inizio dell’opera di scavo, terra e pietre depositate “scivolò” all’improvviso, inghiottito dagli abissi. Eventulaità, questa, che gli esperti evidentemente non avevano preso in debita considerazione quando, poche settimane prima, nel momento in cui nacque l’idea di utilizzare in questo modo il materiale di risulta dello scavo, eseguirono i rilievi del fondale.
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L'opera di scavo per la creazione di due grandi spazi fa crescere il cumulo dei detriti
Il materiale del tunnel diventa montagna
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