Scherzi della natura. Dalla lagheggiata dell’autunno del 2000 alla siccità dei giorni nostri. E le ripercussioni non sono solo pratiche ma anche visive. Basta osservare il Garda, il lago più grande d’Italia. Il livello delle sue acque si è attestato ieri mattina a quota 22 centimetri sopra lo zero idrometrico di Peschiera. In pratica soltanto 7 centimetri sopra la soglia di massima allerta. Per carità non siamo ancora all’allarme rosso ma sicuramente l’evento non è da sottovalutare anche poi se gli esperti tendono a rassicurare. «Al momento dalla diga di Salionze fuoriescono quindici metri cubi d’acqua al secondo, in pratica il minimo consentito e pari a quanta acqua entra nel Garda», afferma deciso il geologo e vice presidente della Comunità del Garda Vincenzo Ceschini. «Una situazione di compensazione che permetterà al Benàco, trattandosi di fatto di un vero bacino artificiale di laminazione, di attestarsi definitivamente sugli attuali livelli senza far registrare particolari ripercussioni all’ecosistema. Una simile siccità si era verificata a fine anni Ottanta: allora si arrivò addirittura a punte di più otto centimetri sopra lo zero idrometrico. Eravamo però in primavera e non in pieno inverno».
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Il livello è di solo 22 centimetri sopra lo zero, ma gli esperti assicurano: «situazione non drammatica»
La siccità ha prosciugato il lago. Dall’acqua emergono rifiuti
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