mercoledì, Aprile 24, 2024
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Strade impraticabili, centinaia di auto semidistrutte, imbarcazioni affondate. E i campeggi nel caos, coi turisti che fanno le valigie. Al «Rio» anziano cardiopatico rischia di finire nel lago con la roulotte

L’inferno tra Moniga e Manerba

Moniga, Sirmione e Manerba, è il caso di dire, nell’occhio del ciclone. A Moniga le grandinate del 1998 e del 2001, al confronto, seppure devastanti sono state di minore entità. Impraticabili le strade, ricoperte da piante, detriti e materiale edile, una scena che nella sua devastazione e desolazione ha ricordato le tragedie causate dai tifoni nei film americani. L’Amministrazione comunale, nella persona del vicesindaco Enzo Dolci, ha allertato immediatamente la centrale operativa intercomunale, il gruppo Volontari del Garda, i vigili del fuoco e anche i dipendenti comunali, per procedere alle verifiche e agli interventi preliminari. La tremenda grandinata (chicchi delle dimensioni di una pesca) non ha risparmiato case, auto, terreni e piante. Dopo un’ora, a dare il colpo di grazia è giunto un violento temporale, trasformatosi in un infernale tornado che andava a sbattere da tutte le parti, rovinando altre centinaia di case, scoperchiando tetti, distruggendo serramenti, vetri, intonaci. «Le auto danneggiate sono migliaia – dice il capo dei vigili urbani, Eliseo Micheli -. Le denunce sono più di trecento. Del resto, in questo periodo le persone in ferie nel paese del Chiaretto sono più di 30mila». «Un primo bilancio molto pesante riguarda i tetti delle abitazioni e le auto in sosta, la maggior parte da rottamare, tale è stata la furia della grandine e del vento – commenta il sindaco Massimo Pollini -; poi l’arredo urbano, la segnaletica stradale inservibile, le piante divelte, le coltivazioni completamente distrutte, molte imbarcazioni affondate. Inoltre, fognature e chiusini intasati e divelti. I campeggi sono in ginocchio, molti campeggiatori sono dovuti ritornare alle proprie abitazioni. Si contano otto feriti ricoverati nel nosocomio di Desenzano, sette in quello di Gavardo». Nel cantiere in costruzione delle ex Cantine Simoni la forza del vento ha divelto le impalcature e le travi, scagliandole sul tetto dell’adiacente farmacia. I ragazzi francesi della colonia ospitata nelle scuole elementari, letteralmente allagate a causa del perforamento del tetto, sono stati trasferiti precipitosamente nei locali dell’oratorio, messi immediatamente a disposizione da don Giovanni Bertaiola. «Solo verso le 12 Moniga, grazie alla buona volontà di tanti operai, si è tolta dall’isolamento, rendendo praticabili le sue strade – precisa il geometra del Comune, Roberto Pellegrini -. Le persone ferite nei campeggi sono state soccorse con grande difficoltà, in quanto i soccorritori non potevano raggiungere i luoghi a causa delle strade impraticabili». «Da domani (oggi per chi legge, ndr.) inizieremo a quantificare concretamente i danni subiti a causa di questa ennesima grandinata estiva», ha aggiunto il sindaco Pollini. I due campeggi più colpiti, «Pieve» e «Rio», sono però a Manerba , dove la tromba d’aria ha prodotto conseguenze davvero pesanti. Al «Rio» un anziano turista tedesco cardiopatico è stato ricoverato in ospedale, insieme ad altre cinque persone meno gravi, per i traumi riportati mentre la sua roulotte, dove stava dormendo con la moglie, rotolava, spinta dal vento, verso il lago. Almeno una ventina i turisti accompagnati in ospedale di Salò e Gavardo per le lesioni e le ferite provocate dalla grandine. I chicchi grossi come pesche e del peso anche di un etto e mezzo hanno provocato traumi cranici ed ematomi alle gambe e alle mani. Durante la mattinata di ieri, nei campeggi risuonavano i colpi di martello dei turisti che cercavano di raddrizzare le intelaiature delle tende. Il sindaco di Manerba Isidoro Bertini ha disposto l’allestimento di un ricovero d’emergenza nel palazzetto dello sport, mentre i turisti rimasti senza alloggio sono stati ospitati da alcuni privati. Per tutta la giornata si è assistito alle partenze dai campeggi dei villeggianti che hanno concluso anticipatamente la vacanza; tra questi, una coppia di giovani tedeschi che al campeggio «Rio» è rimasta choccata dall’ aver trovato la propria tenda completamente schiacciata da una roulotte spostata dal vento. Il nubifragio ha solo lambito Desenzano e Sirmione, altrimenti la conta dei danni nella nostra provincia sarebbe questa mattina ancor più drammatica. Tuttavia, Sirmione è stata ugualmente colpita dalla furia della tromba d’aria e oggi si lecca parecchie ferite. Non si registrano, per fortuna, vittime o persone ferite, ma danni sì. Cantine e locali allagati, un centinaio di piante sradicate, auto danneggiate, il centro storico bloccato per quasi tutta la mattina a causa delle interruzioni stradali, il museo delle Grotte di Catullo chiuso per qualche giorno, infine l’intera struttura del palcoscenico di piazzale Porto, inaugurata con il premio «Catullo», andata distrutta. A Desenzano solo qualche allagamento e danni lievi. Salva miracolosamente la produzione agricola della zona: vigneti, oliveti, terreni seminati a mais e ad orzo usciti indenni. La tromba d’aria, preceduta da forti raffiche di vento, è piombata sulla penisola scaligera poco dopo le 3 con l’aggiunta della grandine. A Colombare sono volati alcuni gazebo del mercatino artigianale, allestiti la sera prima per la festa organizzata dai commercianti. Alcuni scantinati allagati, parecchi rami finiti su auto e strade, ma nessun danno ai natanti ormeggiati nei porti pubblici. Sulla passeggiata a lago che collega Colombare e il centro storico, invece, la furia del vento e della grandine ha cominciato a fare la sua opera devastatrice: alberi e rami sradicati, cantine allagate. Da via Marconi alle Grotte di Catullo il quadro è peggiorato. Alcuni platani sradicati sono piombati su via Marconi, danneggiando alcune vetture parcheggiate. Altri alberi sono caduti nel giardino pubblico di Ansa de Longobardi, un cipresso dietro la chiesa di S.Maria della Neve, mentre il palco del Comune in piazzale Porto si è accartocciato su sè stesso. Altre piante sono cadute in via Piana, via S. Pietro, via Grotte e via Olivi. Danni ingenti nei parchi del Villa Cortine Palace Hotel, di villa Arduino e dello stabilimento termale «Catullo», con danni ad alcune vetture. La soprintendente ai Beni artistici Elisabetta Roffia, arrivata ieri mattina a Sirmione, ha constatato di perrsona i danni riportati dagli alberi secolari sradicati dal forte vento. Per rimuovere i grossi tronchi è stato necessario chiudere al pubblico il museo, che dovrebbe riaprire già domani. Molte le piante sradicate anche nel parco comunale «Maria Callas», allagati gli scantinati di diversi alberghi del centro. A San Martino della Battaglia, infine, alcuni rami finiti sulle strade interne. Il Centro meteo «Bianchi» ha potuto seguire in diretta l’evolversi del nubifragio. Come lo spiega Diego Bianchi: «Alle 2 mi trovavo nel centro, quando sul radar ho visto formarsi una violentissima perturbazione. Ho contattato un collega di Riva del Garda, che mi ha confermato la stessa impressione. I dati raccolti confermano che il vento ha ragiunto la velocità di 36,7 metri al secondo, ovvero 132 km. all’ora, una velocità folle: nei nostri archivi non risulta mai esserci stato in cent’anni un temporale di tale intensità. La sua direzione è stata da ovest-nord-ovest verso est-sud-est». Quantificare i danni non sarà facile. «Stavo partendo per le vacanze, ma ho dovuto rinunciare per seguire l’emergenza. Al momento è difficile quantificare l’ammontare dei danni – ha detto il sindaco di Sirmione Maurizio Ferrari -; temo che si aggirino sui 500mila euro. Chiederemo lo stato di calamità naturale. L’Amministrazione si attiverà per ridurre al minimo le conseguenze del disastro». L’invasione dell’acqua nei negozi ha provocato ulteriori danni. Fiorenzo, il titolare della boutique di fronte alle Terme, ha dichiarato: «Altre volte era entrata acqua nel negozio, ma questa notte ha fatto disastri. L’acqua ha superato il mezzo metro e sicuramente i danni superano i 50mila euro». Problemi anche per dieci gabbiani, soccorsi da tre giovani. La signora Isabel della Protezione civile del Basso Garda racconta: «I ragazzi li hanno recuperati tra le canne, avevano le ali spezzate. Purtroppo altri uccelli sono morti».

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