martedì, Maggio 7, 2024
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La passeggiata non è solo un’idea: si tratta con la «Don Orione». L’istituto cederà il Bornico e in cambio costruirà

Lungolago fino a Fasano

Una passeggiata a lago, da Maderno a Fasano. Un tratto esiste già (vicino al parcheggio, in località Ruinat, all’ingresso del paese per chi giunge da Gardone Riviera), un altro pezzo è legato alla trattativa in corso con l’Istituto don Orione. «L’istituto, proprietario della splendida area al Bornico, avrà la possibilità di costruire 4.900 metri cubi. All’inizio erano 5.200, poi la Soprintendenza li ha ridotti – ha spiegato il sindaco Paolo Elena nell’ultimo Consiglio comunale -. Altri paletti riguardano le modalità tipologiche e la disposizione dei posti macchina interni. Nell’ambito dell’operazione, noi riceveremo quel meraviglioso triangolo verde da cui è possibile ammirare il golfo». Giuliano Capuccini, esponente della maggioranza, ha invitato il sindaco a discutere coi privati per acquisire anche tre, quattro metri di battigia, in modo da completare il percorso pedonale. Per il lato a fianco della statale 45 bis, sarebbe poi opportuno allungare il marciapiede fino all’accesso carraio, per non trovarsi subito sulla statale. «Gli strumenti per sensibilizzare la controparte non mancano», ha concluso Capuccini. Elena si è impegnato a portare avanti la proposta, anche perchè «la confinante Villa Zanardelli, che ospita i ragazzi dell’Anffas, è di proprietà dell’Opera pia Paradiso, come dire l’Amministrazione provinciale, e credo ci possa cedere la fascia a lago. Con la vicina Villa Bassetti, poi, esiste da anni una convenzione, che ci consente di passare». Creare, in futuro, una passeggiata da Maderno fino al porto di Fasano, che è in territorio di Gardone Riviera, è un’idea accettata da tutti. Il suggestivo percorso in un ambiente mediterraneo, con splendidi scorci sul lago e sul monte Baldo potrebbe rappresentare un’attrazione in più per i turisti. Accordo pieno, insomma. Maggioranza e minoranza si sono invece rimbeccate in maniera vivace al momento dell’approvazione definitiva della variante al Piano regolatore della società Agreste (la realizzazione di un sottotetto a Monte Maderno) e del piano di recupero Zarge 2 di Alessi. L’assessore Roberto Righettini ha detto che, non essendo pervenute osservazioni, l’argomento passava senza alcuna discussione. L’ex sindaco Silvano Boni, Giorgio Pippa e l’ambientalista Cristina Milani chiedevano inutilmente una spiegazione. «Sono passati mesi dalla precedente adozione, e un consigliere può avere scordato di cosa si parla», ha affermato la Milani. «Chiediamo dieci minuti per esaminare gli atti, dato che nel faldone della documentazione non c’era nulla», ha incalzato Boni. Niente da fare. Crediamo che il pubblico presente in sala, già in difficoltà a comprendere gli argomenti, debba ricevere un minimo di informazione. A cominciare dall’edilizia. Successivamente è passato un piano di recupero della srl Bellago, in via Religione. Si tratta di una vecchia cascina, nella zona del nuovo campo sportivo «Ugo Locatelli». Diventerà, in buona parte, residenziale e, per il resto, commerciale. In tutto: 6.200 metri cubi. La società, non disponendo di aree da cedere, pagherà al comune 226 milioni di monetizzazioni. Le minoranze si sono astenute dal voto. Boni, infatti, ha espresso dubbi sulle modalità di intervento, in particolare sulla demolizione di mezzo edificio («per ricostruirlo e creare i box nell’interrato»), sostenendo che «diventerà un nuovo condominio, senza rispettare l’attuale architettura». Anzichè i soldi, la Milani ha suggerito di chiedere alla Bellago un appartamento, da affittare a prezzi equi a chi ne ha bisogno. Risposta del sindaco: «Con 226 milioni si compra ben poco. Intendiamo inserire alloggi protetti per anziani nel programma del 2002». Chiudiamo ricordando che il consiglio ha approvato all’unanimità la definizione di pratiche burocratiche risalenti al ’73 e all’85. Riguardano i cinquanta appartamenti di via Tasso e di via Martiri della Resistenza, costruiti dallo scomparso Istituto autonomo case popolari. I terreni risultano ancora intestati ai vecchi padroni. «Sono contento che, dopo 28 anni, le tessere del mosaico vadano a modo. Chi ci vive dentro avrà così la possibilità di acquisire la proprietà degli alloggi», ha esclamato Elena.

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