Risaliva ai tempi della dominazione austriaca della seconda metà del ‘700 la dipendenza del Mincio dagli organismi idraulici di Venezia. Un retaggio secolare mal digerito dagli enti mantovani e che da ieri pare tramontato. In un documento unanime, consorzi di bonifica, Provincia e Regione hanno, infatti, accantonato la proposta del Magistrato alle Acque di continuare la gestione chiedendo invece l’intervento del Magistrato del Po che ha acconsentito.Il Magistrato alle Acque, lo ricordiamo, è un ente particolare con sede a Venezia e sciolto dalla legge Bassanini. Il suo distaccamento mantovano aveva il compito di regolare il deflusso delle acque del Garda nell’emissario Mincio manovrando le barriere della diga di Salionze. Un ruolo strategico per assicurare gli interessi legati alla balneazione e alla navigazione sul Garda, ma anche le esigenze dell’agricoltura mantovana rappresentata dai Consorzi di bonifica. E proprio il passaggio di competenze previsto a favore della Regione Lombardia rischiava di abortire per l’estremo tentativo del Magistrato alle Acque di proporsi nuovamente come gestore della conca di Salionze. Ieri mattina, in un vertice convocato dalla Regione ed al quale hanno partecipato Prefettura, Comune di Mantova e Consorzi di bonifica, il Magistrato del Po ha dichiarato la propria disponibilità a gestire il manufatto di Salionze. Una mossa che ha permesso il superamento del retaggio storico anacronistico e che vedeva la regolazione dei livelli del Mincio affidata ad un ente comandato da Venezia. Cosa succederà ora?La proposta unanime degli enti coinvolti dalla Regione è che la regolazione sia affidata al personale del Magistrato del Po. Questo in attesa che le funzioni passino definitivamente all’Agenzia interregionale per il Po (Aipo) in fase di costituzione. L’organismo avrà competenze nella gestione del bacino idrografico del Po e dei suoi affluenti sostituendo nelle regioni Piemonte, Lombardia, Emilia e Veneto i distaccamenti del Magistrato per il Po. La decisione di ieri sarà riferita ufficialmente alla Regione che era comunque presente con il referente della Direzione generale risorse idriche.
Gli enti affidano la gestione al Magistrato per il Po
Mincio, contenzioso chiuso
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