venerdì, Aprile 19, 2024
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Mons. Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea, ospite della parrocchia di Lazise

Il vescovo emerito di Ivrea e presidente di Pax Christi, Mons. Luigi Bettazzi, sarà a Lazise per tre giorni, ospite della parrocchia dei Santi Zenone e Martino.

Il primo appuntamento con il presule, nato a Treviso nel 1923, 92 appena compiuti e ben portati, è con i ragazzi della cresima, sacramento che somministrerà lui stesso ad una trentina di ragazzi nella cerimonia che si svolge sabato 28 novembre, nel pomeriggio nella chiesa parrocchiale.

Resterà a celebrare la messa solenne anche nella giornata di domenica 29 novembre.

Serata di ascolto e dibatti, lunedi 30 novembre alle 20,30, presso il Centro Giovanile Parrocchiale, con la presentazione del libro vergato da Mons. Bettazzi, Premio internazionale dell’Unesco per l’Educazione alla Pace dal titolo: Oscar Romero, Beato, martire della speranza, Edizioni Nordest.

“La tematica della relazione di Mons. Bettazzi parte da Monsignor Oscar Romero, martire della speranza – spiega Don Achille Bocci – ma soprattutto per giungere a Papa Francesco, speranza della Chiesa e dell’umanità di oggi. La beatificazione del martire Romero diventa quindi motivo di riflessione per tutta la Chiesa e per ogni cristiano perché è chiamata a vincere timidezze ed esitazioni, è quindi d’obbligo arrivare fino a decifrare il cuore del servizio di papa Francesco.”

Nel suo libro il vescovo, che è uno degli ultimi padri conciliari del vaticano II° ancora viventi, pone in evidenza la mentalità dei tempi di Oscar Romero, in particolare la presenza del mondo comunista, che si definiva marxista ed ateo, induceva il mondo occidentale, liberista, a proclamarsi difensore della fede, in primo luogo della fede cristiana. E come oggi, col pretesto della fede islamica, si compiono stragi inimmaginabili, e gli ultimi fatti di Parigi ne sono chiara testimonianza, così allora, in America Latina, sotto l’egida della difesa del cristianesimo le dittature uccidevano coloro che insidiavano il potere. Dai contadini fino al vescovo che ordinava ai militari di non sparare sulla povera gente.

Sergio Bazerla

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