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Sono stati mobilitati cento operator.iSimulata una collisione tra auto e camion, con finto incendio

Nella galleria 10 feriti ma è un’esercitazione

Simulare l’ incidente di un mezzo pesante messo di traverso, in collisione con altre vetture, per rendersi conto di quanto sia efficace, in caso di sinistro grave, la rete di coordinamento degli enti di pronto intervento e rilevare gli eventuali difetti delle operazioni di soccorso, in modo da colmarne le lacune. E quanto si è provato ieri nella Galleria San Zeno, che congiunge Desenzano a Lonato. Indispensabile «trait d’ union» che si è rivelato autentico toccasana per alleggerire l’ afflusso di traffico che congestionava l’ arteria del centro storico lonatese, il tunnel, ricorda l’ assessore Silvestri, ha comunque palesato il fatto di essere un punto critico, a cui prestare attenzione particolare, non solo per la lunghezza (1600 metri), ma anche per la pericolosa curva in uscita, dopo un rettilineo invitante, che ha già causato un buon numero di incidenti, specie nelle ore notturne, di cui il più drammatico è stato di circa cinque mesi fa, con esito mortale.Perseguendo lo scopo di garantire un pronto intervento il più efficace possibile in caso di altri tamponamenti, la Società autostradale, in collaborazione con i Vigili del Fuoco, la Polizia Stradale, le due Polizie locali, i Carabinieri, la Protezione Civile e il Pronto Soccorso, per due ore all’ incirca ha chiuso la galleria al traffico e ha messo alla prova gli uomini in tutte le casistiche che si possono verificare. Erano mobilitati 100 uomini, 4 ambulanze, altrettante eliambulanze, in aiuto ad una decina di «feriti», di cui 4 in condizioni critiche, 3 con lesioni lievi, 3 intossicati per lo scoppio d’ un incendio in un’ autovettura all’ interno della galleria. Partendo dallo storico incidente avvenuto presso il traforo del Frejus, la cura verso quei passaggi che s’ incuneano per varia estensione s’ è intensificata, spiegano le autorità della Società Autostrade di Brescia, Verona, Vicenza, Padova. Indubitabilmente preparati, ciascuno sulle competenze che gli sono proprie, gli enti interessati alla simulazione hanno messo in luce comunque la necessità di provare con quale sinergia i vari corpi d’intervento riescano a collaborare fattivamente tra loro, in quali tempistiche e con ogni tipo di condizione. L’ esercitazione, infatti, viene impostata in maniera da risultare realisticamente impegnativa: il via non è concordato bensì improvviso, non ad un’ ora specifica, ma nel momento in cui un utente casuale segnala l’ avvenuto sinistro, mettendo in allerta nella postazione di base uno degli enti partecipanti, che subito deve passare parola agli altri, in modo da formare una cordata di Sos. Fumo artificiale a complicare la simulazione, e scarsa visibilità per gli operatori, al fine di ottenere una situazione complessa, nella quale il lavoro di squadra, ben pianificato e condotto secondo uno spirito di affiatamento efficace, si rivela la carta vincente per ovviare ai danni causati dell’errore di un automobilista.

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