domenica, Gennaio 26, 2025
HomeAttualità«Non c’è un soldo per ristrutturare l’ospedale di Gavardo»
L’accusa dei Ds contro l’assessore Alessandro Cè e il direttore Mauro Borelli: «Mancano i famosi 31 milioni promessi per l’intervento». La proposta alternativa: il nosocomio sia riconvertito in polo per la riabilitazione, spazio anche ai privati

«Non c’è un soldo per ristrutturare l’ospedale di Gavardo»

«I soldi promessi dall’assessore regionale alla Sanità Alessandro Cè e dal direttore generale dell’azienda ospedaliera di Desenzano e dintorni, Mauro Borelli non ci sono. I famosi 31 milioni e mezzo di euro per l’ampliamento dell’ospedale di Gavardo non esistono. Abbiamo chiesto ad alcuni parlamentari di centrosinistra di effettuare una verifica a Roma, e la risposta è stata negativa». L’annuncio dato dai dirigenti Ds della sezione di Salò (il segretario Vincenzo Zambelli, l’ex assessore provinciale Giampaolo Comini, il sindacalista Giovanni Delai, ecc.) in una conferenza stampa che affronta vari argomenti lascia sconcertati. Alcuni mesi fa Cè arrivò sul lago di Garda e in Valle Sabbia, illustrando le decisioni prese: no a una nuova struttura per acuti a Roè Volciano (o in una località vicina), sì all’ampliamento di Gavardo, che dispone di 135 posti letto. Questo il progetto, per linee generali. Nell’interrato dell’attuale edificio, collocare i locali tecnologici e la risonanza magnetica; al piano terra il nuovo pronto soccorso. Quattro i livelli soprastanti, in grado di accogliere 120 letti, in modo da portare il totale a 230-240, con possibilità di un allargamento generale degli spazi disponibili.«Abbiamo a disposizione 31 milioni e mezzo di euro, tra cui i 29 milioni stanziati a suo tempo dallo Stato, in base alla legge 67, e gli altri aggiunti da noi adesso», assicurò Cè, e al Pirellone la giunta formalizzò il cambio di rotta. «È la vittoria dei cittadini dell’Alto Garda e della Valle Sabbia – aggiunse Borelli -. Per realizzare un nuovo ospedale a Roè Volciano non sarebbero bastati 60 milioni di euro. Ne servivano quasi il doppio: circa 110. Una realizzazione impossibile».Ora la doccia fredda, annunciata dai diessini, i quali aggiungono di voler portare in Valle Sabbia e sul Garda il ministro della Sanità, Livia Turco, per rendersi conto della situazione e «valutare la possibilità di reperire in futuro i fondi che non ci sono mai stati». Zambelli, Comini e c. sostengono inoltre la necessità di riconvertire il vecchio fatiscente ospedale di Salò, rimasto soltanto con gli ambulatori, la radiologia e la comunità protetta degli psicolabili. «Noi – proseguono – ribadiamo l’idea di trasformare l’edificio di Salò in un polo riabilitativo, così come effettuato a Rovato, Palazzolo e Leno. All’operazione potrebbero essere interessati anche la casa di riposo, Villa Gemma e Villa Barbarano (che appartengono al gruppo Bonometti, delle Officine meccaniche rezzatesi, ndr). Ma occorre che l’amministrazione comunale prenda atto della situazione, smettendo di correre dietro ai fantasmi».In primavera Borelli lanciò l’idea di costruire una cittadella della salute nella frazione di Barbarano, creando una Fondazione pubblico-privata, con 120 posti letto, poliambulatori e diagnostica. «La zona ha una vocazione turistica – affermano i diessini – Ci sembra più giusto puntare sul recupero e la sistemazione dell’ospedale di Salò».

Articoli Correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

In Evidenza

Dello stesso argomento

Ultime notizie

Ultimi Video