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Una grattata col «ragno» da programmare alla spiaggia degli Olivi

Più basso il fondale, più pulita l’acqua

Giancarlo Angelini non è d’accordo con Paolo Matteotti sul pericolo di «grattare» con l’escavatore il fondo del lago, asportando sì melme e fango ma sconvolgendo anche l’habitat delle insenature. Per Giancarlo Angelini «è sempre meglio prima, intervenire con una ruspa, col «ragno» che preleva il materiale più gravoso. Perchè più è profondo un fondale, più l’acqua rimane pulita. Nel laghetto antistante il du Lac è essenziale ripulire e scavare di più il canale est, quello che passa sotto il ponticello esterno, al fine di permettere un continuo afflusso d’acqua pulita dal lago e quindi consentire una circolazione ed un’azione di autopulitura del laghetto stesso. In tal modo non si deposita, o si deposita in maniera minimale, il fango che ora rimane all’interno». Peraltro il problema maggiore è rappresentato dal molo che, attaccato com’è attualmente al lato est del canale, costituisce un ostacolo al movimento delle correnti che girano, grossomodo, da est ad ovest, esattamente come le onde. Se si potessero trasferire i massi dal lato est a quello ovest del canale il ricambio d’acqua nel laghetto potrebbe avvenire in maniera naturale. «E visto che in caso di mareggiate l’imbocco tenderebbe ad insabbiarsi, bisognerebbe mantenerlo sgombero con reiterati interventi». Quanto alla «sorbona», spiega Angelini, si tratta di un tubo aspirante corrugato di 10-15 centimetri di diametro, cui è collegato un secondo tubo che spara aria compressa contro il fondo: fango e piccoli ciottoli vengono aspirati e scaricati all’altra estremità della «sorbona». L’attrezzo, costoso perchè richiede di continuo un operatore che lo sposti, esattamente come un aspirapolvere, può essere vantaggiosamente utilizzato per la rifinitura dopo il passaggio della ruspa. Infine il lavoro di ripulitura dovrebbe riguardare anche la piscina semicircolare interna della spiaggia degli Olivi che risulta di proprietà comunale (e quindi l’ente pubblico dovrebbe preoccuparsi di tenerla in condizioni almeno accettabili): fra acqua molto bassa, nessuna circolazione ed escrementi dei moltissimi pennuti che vi albergano, si produce una melma maleodorante che Franco Chemolli continua a rimuovere (seccata, la usa poi per concimare i fiori), senza peraltro alcuna speranza di risolvere il problema definitivamente, visto che i depositi maloeodoranti continuano a riformarsi anche perchè il riflusso dell’onda seguita a depositare in quell’angolo morto tutto quanto il Garda rifiuta. Ed è avvenuto, in occasione di controlli, che si fossero trovati alti valori di coliformi, non per scarichi fognari ma per la poltiglia.

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