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Al convegno organizzato al Vittoriale dal Lions Club di Desenzano. La «lezione» di storia, arte e cultura tenuta dal professor Alfredo Bonomi

Quel grande sogno chiamato turismo

Quale turismo per il lago di Garda? E’ la domanda posta dal Lions club di Desenzano e della Riviera host nel convegno svoltosi al Vittoriale di Gardone Riviera. «La bellezza e il sogno -sostiene Alfredo Bonomi, valsabbino, preside della scuola Polivalente di Idro- sono fondamentali, altrimenti si scade nella routine. La via è un percorso, una sfida, metafora di vita. Il lago è una terra separata e, al tempo stesso, unita nelle prospettive. E’ terra di presenza romana, di possedimenti monastici, di comunità rissose e piene di ideali. Il turismo degli ultimi anni dell’Ottocento, il sogno viennese di inizio secolo e l’epopea letteraria di Gabriele D’Annunzio. Una terra che ha qualità, vita, pensiero. E’ un luogo di rilevanze architettoniche: la villa Bettoni a Gargnano, il Duomo di Salò, le ville della Valtenesi. E’ la storie delle pievi: Tremosine, Tignale, S.Andrea a Maderno, la Valtenesi. Una sintesi tra pietra e idea». Ma non solo. «Il Garda – prosegue Bonomi- è la via della pittura. Basterebbe vedere i i teleri di scuola veneta del Celesti a Toscolano, Palma il Giovane nel Duomo di Salò (una pinacoteca contenente 70-80 opere straordinarie) o il «Battesimo di Gesù» a Desenzano, con i colori che diventano fiamme. E poi il paesaggio. La valle delle cartiere esprime una forte identità col lavoro: da garzoni a proprietari. Gardone Riviera è la città giardino, nata dal nulla, immaginata e disegnata per dare volto a un’epoca e a una cultura. E il Vittoriale non è la vicenda malinconica di un uomo del regime, ma di un uomo che ha immaginato la storia della nazione volando più in alto. E il Museo dell’infante, e la Fondazione Ugo da Como a Lonato: la cultura accademica e quella di ogni giorno, un diletto da offrire in termini di qualità. Il Garda ha una storia unica, basta stendere la mano per raccogliere perle. Le ville liberty, la natura, le pietre che parlano. Occorre riscoprire il gusto per tutto questo. La frenesia di oggi è una malattia».

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