Don Zeffirino Furri, per tutti Don Rino, è stato un parroco amatissimo dall’intera comunità di Lazise, anche se la sua presenza in terra lacisiense è stata breve. Quasi una meteora. Solamente cinque anni: dal 1963 al 1968. Aveva eletto Lazise come sua futura dimora nel momento della quiescenza. Non ci è riuscito perché la morte lo ha colto di sorpresa. Vive ancora nella comunità lacisiense, in spirito, perché la sua salma riposa nella tomba di famiglia nel cimitero del capoluogo.
Proveniva da una consolidata esperienza di curato nella basilica di Santa Anastasia. E la parrocchia dei Santi Zenone e Martino è stata la sua prima palestra con le funzioni di pastore e parroco.
Successivamente Don Rino è stato inviato a condurre la parrocchia di Soave, quindi direttore del Centro studi Toniolo e parroco a San Fermo Maggiore. Vi è rimasto fino alla morte.
Monsignor Furri è stato per anni anche un attento e seguito collaboratore del nostro giornale. Non da meno di Verona Fedele.
Ha scritto numerosissimi articoli dal 1979 al 1987 per la rubrica Fede e società che usciva prevalentemente nella giornata festiva delle domenica. E tutti questi scritti sono stati recentemente raccolti in una raccolta , suddivisa per gli anni di riferimento, dalla sorella Roselide che l’ha seguito in tutti gli anni di ministero pastorale. Una lunga vicinanza che ha colto l’essenza dell’uomo, del religioso, dell’intellettuale fine quale è stato Rino Furri nel corso della sua esistenza terrena.
E Don Rino non è stato solamente giornalista della fede, ma anche fine poeta. Ha raccolto alcuni suoi versi in un libercolo denominato ” Primo Concerto” vergato nel lontano 1983 quando Don Rino era parroco di Soave. Versi che riempiono l’anima di spiritualità, di bellezza, di vita vissuta all’insegna della serenità e dell’amore, dove traspare tutto lo spirito missionario e cristiano del sacerdote e dell’uomo di cultura.
Ma ciò che più emerge nella lettura dei singoli articoli redatti per i lettori de L’Arena è la comunicazione vitale che il sacerdote sa infondere con le sue parole, ricche di messaggio ” umano” comunque rivolto a Dio creatore, ma calato con semplicità nel quotidiano. Nel suo dire Don Rino ha saputo cogliere con l’occhio attento dell’uomo che vive nel mondo e sul mondo le grandi metamorfosi della cristianità, della fede a colloquio con i fatti, portando anche sul giornale l’attualità ” del Cristo” vero Dio e vero Uomo. Citazione più volte espressa sia sulla carta stampata che nel corso dei colloqui verbali che esso intratteneva sempre con grande amabilità con ogni persona. Sia credente che non credente.
Nove anni di scritti che meritano di essere riletti e meditati perché nonostante il tempo trascorso sono ancora più che mai attuali.
Sergio Bazerla
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