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Da quattro a due i rappresentanti veronesi nel direttivo: Antonio Pasotti e Zappalà, sindaco di Brenzone. Amareggiato anche il neopresidente Mongiello: «Bisogna coinvolgere nuovamente Verona»

«Usciamo sconfitti, adesso è Brescia a dettare legge»

Veronesi insoddisfatti e con l’amaro in bocca dopo il rinnovo del direttivo e l’elezione del bresciano Giuseppe Mongiello a presidente della Comunità del Garda. Dalla consultazione elettorale è uscita ridimensionata la pattuglia scaligera con ridotti da quattro a due i rappresentanti nel direttivo: riconfermato soltanto Antonio Pasotti di Bardolino che sarà affiancato dal nuovo eletto Giovanni Zappalà, sindaco di Brenzone. Un risultato che evidenzia come qualche cosa non abbia funzionato nell’accordo stilato tra veronesi e bresciani, le due realtà territoriali più importanti del bacino benacense. Accordo infatti che prevedeva ai lombardi la presidenza e ai veneti di mantenere almeno tre dei quattro posti nel comitato direttivo. Se tutto è filato via abbastanza liscio per l’elezione del presidente con Mongiello che ha raccolto 36 voti favorevoli e le astensioni sono state 18, la sorpresa è arrivata al momento dello spoglio delle schede per il direttivo con le maggiori preferenze sui tre nominativi dell’area bresciana. Responso così risultato penalizzante per la componente veronese che ha dovuto rinunciare a due posti per garantire la rappresentatività a trentini e bresciani. «Verona doveva essere meglio rappresentata», sostiene Giovanni Zappalà dichiarandosi soddisfatto per l’appoggio avuto dai colleghi ma rammaricato per come risulta composto il direttivo comunitario, «sbilanciato in favore dei bresciani. Auspico che attraverso accordi si possa arrivare a riequilibrare la situazione». Dello stesso avviso anche Antonio Pasotti al quale è stato riconosciuto con la conferma «quando in questi quattro anni mi sono sforzato a dare», sottolinea, «come responsabile del turismo». Parlando di quanto emerso dall’assemblea della scorsa settimana Pasotti si preoccupa «delle contrapposizioni che si sono innescate e delle dichiarazioni di alcuni rappresentanti che hanno minacciato l’uscita dall’ente comunitario». Ad esprimere amarezza di fondo è lo stesso neo presidente che riconosce come il territorio veronese risulti sotto rappresentato dopo il rinnovo del direttivo. «Sarà impegno di tutti trovare», dice al telefono Mongiello, «adeguate soluzioni per colmare il vuoto e coinvolgere maggiormente la rappresentatività veneta». Soffermandosi su quelli che in linea di massima saranno i prossimi impegni e indirizzi della rinnovata Comunità, Mongiello pone avanti a tutti la «necessità di mettere mano allo statuto data la gracilità dell’ente. «Indispensabile», puntualizza, «recuperare alcuni aspetti che rinforzino la Comunità passando da ente coordinatore a possibile azienda di Comuni nella gestione di alcuni servizi senza con questo mettersi in concorrenza con altre realtà o enti istituzionali. In sintesi ridare nuova linfa all’ente comunitario che rappresenta le istituzioni gardesane».

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