venerdì, Aprile 26, 2024
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Galleria trentina frenata dalle norme di appalto. Missione a Roma di bresciani e trentini per chiedere rimedi alla disastrata viabilità

Gardesana, esili speranze

Ottimismo e cautela. Speranza e realismo. Questi i sentimenti che aleggiavano ieri alle 19, all’uscita dagli stanzoni ministeriali dove si era presentata la folta delegazione gardesana, volata a Roma per un incontro al ministero dei Lavori pubblici. Sul tavolo un nodo complesso: la terribile situazione della 45 bis, la statale Gardesana nell’alto lago, autentico colabrodo. Qualcosa è maturato e in riva al Benaco sono giunte notizie che solamente oggi verranno valutate. Per vedere il gradimento del risultato che è stato ottenuto basterà attendere questa sera, visto che è in programma la riunione degli albergatori, convocata a Limone (ore 20,30, Palacongressi). Nessuno tra gli intervenuti all’assise romana vuole creare (e neppure crearsi) illusioni ed i commenti sono sommessi e improntati a cautela. Anche se in serata una nota della Provincia autonoma di Trento ipotizzava la costruzione della galleria e la riapertuta della Gardesana entro luglio. Ottimismo a parte, almeno un paio di notizie meritano particolare attenzione. La prima si riferisce alla frana che sta ostruendo la strada alla Rocchetta, poco a sud di Riva del Garda. Dopo la sua caduta – avvenuta il 22 dicembre – le arie si erano fatte critiche. Dal Trentino giungevano indicazioni assai preoccupanti e piuttosto perentorie: «zona indifendibile» si diceva, «inutile intervenire, dato che tutta la parete è pericolosa. Chi si assume la responsabilità di lasciare passare le macchine?». Conseguenza: chiusura del traffico per quasi due anni, con tutto ciò che ne sarebbe conseguito sotto l’aspetto dei trasporti e del turismo. Ebbene, questo rischio pare possa essere superato ed i lavori per la pulizia della frana, per il successivo disgaggio e il ripristino della attuale carreggiata dovrebbero iniziare al più presto. Una volta eseguite le opere, i periti delle due provincie (Brescia e Trento: la frana è caduta in territorio trentino) studieranno il da farsi. La commissione mista dovrebbe esprimersi entro marzo sull’apertura della strada. L’ipotesi che gode di maggiori chance è quella già anticipata nei giorni scorsi: se ci saranno le condizioni di sicurezza, potrà essere consentito il transito, anche se con limitazioni di orario. C’è stata – come si vede e come qualcuno aveva richiesto – una riconsiderazione delle priorità di intervento, e pare avere pesato soprattutto la volontà di non compromettere la maggiore attività economica gardesana, fonte di lavoro e di reddito per migliaia di persone. Contemporaneamente si spera possa prendere il via la costruzione del tunnel che passerà nel ventre della Rocchetta: 1250 metri di lunghezza, per una settantina di miliardi di spesa. Anche in questo caso potrebbe maturare qualche novità rilevante. Per l’opera è stata richiesta la dichiarazione di «somma urgenza» che permetterebbe di superare la serie di lungaggini causata dai tempi burocratici imposti dalle normative europee e dalle procedure per la pubblicazione del bando, la gara di appalto e via dicendo. Con la «somma urgenza», i tempi si accorcerebbero non poco, visto ché le procedure abituali sarebbero scavalcate e si potrebbe, di conseguenza, procedere all’appalto con maggiore celerità. Le ruspe potrebbero entrare in azione prestissimo. Il condizionale è d’obbligo visto che, per l’emissione del parere di urgenza il Trentino dovrà rivolgersi all’Authority europea sugli appalti, visto che il ministero non se l’è sentita di esprimere un parere. Tutti si augurano, naturalmente, che l’urgenza venga dichiarata, imprimendo in questo modo un’accelerazione tale che l’opera potrebbe essere eseguita nell’arco di poco tempo: si parla addirittura di quattro mesi, ma i conti andranno fatti con più calma. E non basta. Una volta che la galleria sarà terminata – seppure a grezzo – potrebbe addirittura (almeno in teoria) essere consentito il transito. Prudenza, si diceva, ma a questo punto, se tutto dovesse girare per il verso giusto e se non matureranno altri intoppi, di cui questa stagione è parsa prodiga, le vetture potrebbero transitare nel nuovo tunnel ben prima della fine di quest’anno. Se, invece, l’urgenza non venisse dichiarata, verso fine anno i lavori potrebbero avere inizio: una bella differenza, non c’è che dire. Inutile aggiungere che gli scongiuri si sprecano… Queste le notizie dalla capitale dove il sottosegretario ai Lavori pubblici Antonio Bargone ha ricevuto i politici bresciani e trentini. Presenti quasi tutti i sindaci dell’alto Garda bresciano, il vicesindaco di Riva e il presidente della Comunità montana dell’Alto Garda Bruno Faustini. Con loro, i politici delle Provincie: per Brescia il presidente Alberto Cavalli e l’assessore ai Lavori pubblici Mauro Parolini, e altri amministratori e rappresentanti degli operatori economici, albergatori in testa. Nutrito anche lo stuolo di deputati e senatori presenti: i bresciani Aldo Rebecchi (artefice dell’incontro), Daniele Roscia, Alfredo Mantica, cui si sono accostati i trentini Olivari, Andreoli e Boato. L’occasione romana è stata utile anche per riproporre all’attenzione l’intero assetto dell’asse viario del Garda Occidentale. L’Anas aveva, nel 1999, segnalato al Ministero la situazione, chiedendo una legge speciale o l’inserimento nella Finanziaria della spesa per una nuova strada. Tra l’altro, assieme alla Statale 42, la 45 bis resterà in gestione allo Stato anche dopo il 1° luglio prossimo. La spesa del rifacimento è ingente: 300 miliardi per il tratto da Gargnano al confine trentino (il pezzo più pericoloso) e di altri 400 miliardi per i chilometri da Salò a Gargnano (circonvallazioni, aggiramenti dei centri abitati). Il sottosegretario Bargone ha confermato che nella Finanziaria 2001 esiste un capitolo di spesa di 600 miliardi per interventi urgenti e provocati da calamità naturali. La cifra è, però, riferita all’intero territorio nazionale ed è a disposizione dell’Anas. Tra i commenti raccolti a caldo, il presidente Cavalli parla di «Governo con orizzonte temporale limitato. Se vuole battere un colpo verso la soluzione dei problemi della Gardesana lo deve fare adesso». Manlio Bonincontri, sindaco di Tignale, sottolinea invece che «per la Gardesana si è finalmente aperta qualche prospettiva».

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