venerdì, Aprile 26, 2024
HomeAttualitàIl lungolago «Museo degli orrori»
Libro fotografico di Legambiente Terre del Garda sul tratto di costa inaccessibile verso Castelnuovo: presto una serata pubblica. «È soffocato tra i campeggi e i parchi divertimenti»

Il lungolago «Museo degli orrori»

«Il lungolago di Lazise: museo degli orrori»: è il titolo della pubblicazione che documenta attraverso una serie di fotografie commentate la realtà della fascia a lago del paese. Un ritratto puntuale che è stato ideato, pubblicato e distribuito da Terre del Garda, circolo gardesano affiliato a Legambiente e presieduto da Andrea Manzati.«Questa è la nostra prima iniziativa», dice Manzati, «ed è in linea con gli obiettivi che ci siamo prefissati: porci non in antitesi ma in una posizione di confronto costruttivo con le forze politiche e imprenditoriali del territorio gardesano». «Una lettura che vale anche per la pubblicazione, che abbiamo cercato di far arrivare a tutte le famiglie di Lazise. È una sorta di libro bianco su come è fatto il lungolago di questa località: una situazione nota a tutti, ma su cui vige il più assoluto silenzio. Adesso nessuno potrà accampare alibi o dire non lo sapevo. Ciò che c’è è stato portato a conoscenza di tutti».Il progetto si deve in particolare ad Edoardo Nolo, come Manzati esponente dell’opposizione consiliare di Lazise il cui logo, però, non compare nello stampato.«Volutamente», precisa Nolo, «Il nostro intento è stato quello di parlare a tutta la popolazione e non ad una parte politica di questa, perché siamo convinti che il lungolago e le spiagge del Comune siano un bene non solo dei campeggi che vi si affacciano, ma di tutta la cittadinanza ed è questa che deve sentire l’esigenza e la responsabilità di riappropriarsene». «Possibile che nessuno trovi strano», domanda Nolo, «che Lazise sia l’unico paese della riviera gardesana veronese a non avere la passeggiata lungolago?». «Il fatto è», riprende Manzati, «che è qui che si giocano i rapporti della politica del paese; ecco perché consideriamo questa una grande opportunità anche per i nostri politici e amministratori, che dovranno dimostrare con i fatti, e non più solo con le parole, il loro attaccamento al territorio».Secondo il circolo di Legambiente una diversa fruibilità della zona a lago funzionerebbe come motore di un turismo anche invernale e per nuove proposte di accoglienza. «L’innovazione e la riqualificazione territoriale possono essere stimolo anche di un rinnovamento economico. Invece quello di Lazise è un turismo legato alle destinazioni dei campeggi e dei parchi divertimenti; anche da noi non mancano le eccellenze, ma non sono valorizzate».«La nostra pubblicazione sarà oggetto di un incontro pubblico che intendiamo organizzare entro ottobre. L’augurio», concludono i rappresentanti di Terre del Garda, «è che questo documento diventi il punto di partenza per un confronto e un miglioramento del territorio che gioverebbe a tutti».Ed ecco il percorso passato al setaccio da Terre del Garda. Parte dal Rio Dugale, al confine con Castelnuovo del Garda che, si dice nel testo, «ha da poco concluso i lavori di riqualificazione del lungolago», mentre «Lazise è rimasto l’unico paese del Basso Garda a non godere di una passeggiata lungolago». Dopo il confine con Castelnuovo si incontra la Mattarana, «località travolta da Gardaland» riporta l’opuscolo, aggiungendo che da lì si arriva a Pacengo «su un percorso in terra delineato da recinzioni e vegetazione. Uno spazio umido, abbandonato all’incuria, quasi interamente pieno di canneti e alcuni pontili in concessione a privati e recintati. Lo specchio d’acqua antistante è occupato da una moltitudine di boe abusive».Lo scenario non cambia molto anche nel tratto che da Pacengo arriva a La Bosca e al nuovo porto turistico realizzato, sostiene il circolo gardesano di Legambiente, a scapito di un insediamento palafitticolo.Terre del Garda è critico anche sul nuovo insediamento portuale e sulle opere di urbanizzazione (viabilità, parcheggi e arredo): «Sono ancora da completare», scrive, «e sono già usurate. Scendendo verso il porto, prima della spiaggia c’è una sbarra che sembra sconsigliare l’approdo a lago. Una pessima accoglienza forse orientata a trasformare quell’area in privé».Su questa parte di zona lago insistono anche il villaggio Ca’ Bosca e i parchi MovieLand e Caneva e vi è “parcheggiato” un grande barcone eroso dalla ruggine. La Bosca, ricordano gli ambientalisti, era un’oasi naturale, «un bosco importante per dimensioni che, ovviamente, non c’è più. È diventato un tutt’uno con Caneva». L’opuscolo riporta che da lì al centro di Lazise si susseguono «a perdita d’occhio» i campeggi e gli spazi fronte lago, «praticamente a loro servizio». Questo il panorama descritto da Terre del Garda: «baracche, passaggi inaccessibili, pavimentazioni impossibili, canneti abbandonati, manufatti precari, scarichi a cielo aperto, sterpaglie… aree private o riservate, anche sulla spiaggia demaniale, pontili chiusi». Uno scenario che cambia solo dopo l’approdo in centro, dal cui lungolago si arriva «sino al campeggio comunale, alla Pergolana per finire in territorio di Bardolino e scoprire che lì tutto è diverso».

Articoli Correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Dello stesso argomento

- Advertisment -

Ultime notizie

Ultimi Video