E’ stato veramente un inizio d’anno scolastico all’insegna delle novità quello vissuto ieri dai quasi novecento studenti del Liceo statale «Fermi» di Salò. I ragazzi si sono infatti presentati nel nuovo edificio di Campoverde, alle spalle della caserma dei carabinieri. Realizzato su progetto dello studio Fasser-Mettifogo di Brescia, il complesso è costato alla Provincia 6 milioni e 445 mila euro. Quattro gli edifici, con una volumetria di 33.300 metri cubi e una superficie lorda di pavimento di ottomila metri quadrati. Le due palazzine, una di colore azzurro, l’altra verde, ospitano aule, laboratori, uffici e un auditorium in grado di accogliere 350 persone. La terza, gialla, accoglierà la biblioteca e il bar, con la possibilità di allestire anche la mensa (toccherà al gestore stabilire il servizio da effettuare, sulla base delle richieste). L’ultimo edificio, di colore ocra, è adibito a palestra. Il continuo aumento degli studenti ha indotto ad abbandonare l’idea della foresteria da utilizzare per scambi culturali con altre scuole: meglio un maggior numero di aule. Diretti dall’ingegner Carlo Lazzaroni di palazzo Broletto, i lavori, iniziati nel giugno 2002, sono terminati in queste settimane. Da parte sua, il Municipio ha speso un milione di euro per sistemare le aree esterne. Mancano ancora le asfaltature e i collegamenti con la sovrastante strada provinciale Tormini-Villa-Cunettone. I pullman, per ora, lasciano i ragazzi nel tratto compreso tra la caserma dei carabinieri e la chiesa di Campoverde. Ovviamente, un ritorno a scuola così importante è stato celebrato adeguatamente, con una cerimonia nell’auditorium alla presenza di Giuseppe Colosio, dirigente del Csa (l’ex Provveditorato), degli assessori provinciali Mauro Parolini e Francesco Mazzoli, del presidente della Comunità montana Parco Bruno Faustini, di Pino Mongiello, numero uno dell’Ateneo e della Comunità del Garda, e del sindaco di Salò Giampiero Cipani, scortato da Gualtiero Comini (Pubblica istruzione) e Bernardo Berardinelli (Lavori pubblici). La preside, Liliana Aimo Perino, ha ricordato che il Liceo salodiano è nato nel 1965, e che all’epoca aveva 36 iscritti: solo 19 arrivarono al diploma di maturità, a dimostrazione della severità dei docenti e del limitato talento dei ragazzi. Il sindaco Cipani ha invece ricordato i traslochi: dalle prime aule nell’ex macello, in via Rive, all’ospitalità provvisoria concessa dalle suore Ancelle in via Gasparo; poi i tanti anni in via Fantoni (ex caserma degli alpini, con l’aggiunta dell’ex orfanotrofio Tosi-Gentili e, successivamente, della Casa della Giovane di via S.Jago, della parrocchia). Adesso la nuova, splendida realtà. «Siamo particolarmente orgogliosi di quest’opera – ha sottolineato Parolini -. La scuola bresciana è un esempio per tutta l’Italia». E Mazzoli: «L’immobile è quasi ultimato. Mancano poche rifiniture. Questa è la scuola superiore in cui l’amministrazione provinciale ha messo più risorse, ed è la più importante». Ricordiamo che l’operazione è stata concepita e sviluppata (nella fase iniziale) dai salodiani Giampaolo Comini, allora assessore alla Pubblica istruzione a palazzo Broletto, ora preside delle medie in Valtenesi, da Giovanni Cigognetti, a quei tempi sindaco, e dall’assesore Mongiello. Colosio ha parlato di una «grande realizzazione, senza ricorrere ai residui di bilancio». Per Faustini «Le stanze e i muri del vecchio liceo di via Fantoni parlano di sacrificio, gioie, dolori e qualche goliardata. La nuova sede è ancora fredda, e per ora racconta solo la fatica dei muratori. Ma in futuro avrà un’anima». Al termine dell’inaugurazione è stato presentato il volume «Lettere dal Garda»: 300 pagine con la traduzione delle lettere di David Herbert Lawrence, lo scrittore di «L’amante di Lady Chetterley», che ha trascorso sette mesi a Gargnano. Lo hanno firmato gli studenti, coordinati dal professor Massimo Sgarbi.