La fioritura algale che, improvvisamente, ha fatto la sua apparizione in alcune zone del lago – a Sirmione, Desenzano e, da ieri, anche a Manerba e Gargnano – non dovrebbe rappresentare alcun grave pericolo per la salute umana. Non si tratterrebbe cioè di alghe tossiche nocive per l’uomo. E’ quanto emerge da alcuni risultati, seppure parziali, sui campioni analizzati al Centro dell’Asl di Brescia e a quello dell’Istituto Superiore della Sanità di Roma, già arrivati all’Ufficio di Igiene del Distretto zonale dell’Asl con sede a Salò, competente per territorio in materia di analisi delle acque di superficie. Solo al termine delle analisi, tuttora in corso nei due laboratori sanitari, si potrà capire meglio quali proporzioni e quali conseguenze eventuali possano avere le alghe affiorate in superficie nei giorni scorsi. La fioritura è stata notata casualmente da un addetto alle analisi di balneazione delle acque lacustri lo scorso 30 settembre. Il tecnico ha provveduto a prelevare alcuni campioni e, dopo aver riferito ai superiori, li ha trasportati al Laboratorio di Sanità Pubblica, l’ex presidio multizonale, con sede a Brescia. Contemporaneamente, grazie a una convenzione a suo tempo sottoscritta tra Asl bresciana e ministero della Sanità, alcuni di quei campioni sono stati spediti anche all’Istituto Superiore della Sanità, che si occupa di problematiche legate alla balneazione. «Non è la prima volta che la fioritura algale fa la sua apparizione sul lago di Garda – precisa subito il dottor Viola, del Distretto di Salò -, finora non ha mai creato problemi, nè tanto meno fatto scattare provvedimenti». Avete chiesto ai sindaci di emanare ordinanze restrittive? «Affatto perchè, ripeto, per ora i primi risultati comunicatici informalmente non sono preoccupanti, quindi tali da disporre provvedimenti a tutela della salute pubblica». Intanto, i campionamenti sono stati effettuati nelle zone adiacenti alle prese d’acqua per gli acquedotti dei comuni rivieraschi: questo per offrire maggiori garanzie alla popolazione. Per le alghe non esiste, comunque, una normativa ben precisa come esiste, invece, per le analisi delle acque di balneazione. Per queste ultime, infatti, ci sono dei riferimenti estremamente chiari, con parametri chimici e biologici. «E’ un campo tutto sommato nuovo – conferma Viola – non ancora ben conosciuto, l’indagine scientifica sulle alghe sta comunque evolvendosi e sviluppandosi, ma per ora non sono fissati dei parametri». Un paio di settimane fa, per effetto di una «lagheggiata», sono venute a galla tonnellate di erbe macrofite, poi finite sulle rive. Ma, per fortuna, la stagione balneare era già terminata.