Nei piani della giunta rivana doveva essere pronta per la Pasqua del 2001. Ma a quasi tre mesi dalla scadenza prefissata i lavori non sono neppure incominciati e le prospettive non volgono certo al meglio. La ristrutturazione dell’ex macello, destinato a diventare caserma della Polizia di Stato, s’è fermata ancor prima di partire, ovvero a quando, nel giugno scorso, l’amministrazione intravise nella gara d’appalto alcune irregolarità di cui informò prontamente le autorità. Aprendo le buste fatte pervenire dalle varie ditte fece immediatamente specie che alcune offerte si discostavano, e di molto, dall’elenco prezzi stabilito dalla Provincia. Inoltre, ad insospettire ulteriormente sindaco ed assessori, fu il fatto che quattro delle dieci imprese partecipanti elencavano un buon numero di prezzi assolutamente identici e tutti lontani dalle medie del prezzario provinciale. Una situazione anormale che potrebbe, è il sospetto ed il timore che avanza l’esecutivo di Riva, essere finalizzata a condizionare l’assegnazione dei lavori che viene effettuata attraverso un laborioso calcolo di medie. A stabilire se la gara d’appalto è stata realmente inficiata dovranno essere i tre ispettori di nomina provinciale di cui uno, giudice, avvallato anche dal Consiglio Superiore della Magistratura. Ed è dovuto proprio alle lungaggini della burocrazia romana il ritardo con cui sta procedendo la nomina di questo trio di ispettori. «Un ritardo oramai inacettabile – tuona il vice sindaco Matteotti – non è possibile che si debba aspettare tanto. E quelli che ci vanno di mezzo siamo noi che non possiamo dare il via all’operazione che a quest’ora doveva essere praticamente già conclusa».
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