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La Comunità del Garda sarà lunedì a Mantova per bloccare la richiesta di travasare 200 metri cubi al secondo. Intanto calano le concentrazioni di alghe che avevano fatto preoccupare

Il Po vuole acqua, unanime il no

Mentre si abbassa la concentrazione di alghe rilevata nei giorni scorsi dall’ufficio lago di Garda dell’Arpav di Verona, l’Autorità di bacino del Po lancia alla Comunità del Garda la proposta shock di svasare dal lago 200 metri cubi di acqua al secondo per alimentare il più grande fiume italiano, in crisi idrica.Per dire no a questa ipotesi il presidente della Comunità, Aventino Frau, ha organizzato un incontro lunedì nella sede dell’Aipo (Agenzia interregionale per il fiume Po) di Mantova, alle 18,30. Ci saranno i presidenti dell’Aipo, Luigi Mille, e del Consorzio del Mincio, Massimo Lorenzi, mentre Frau parlerà a nome di tutti i sindaci gardesani già in allarme.«L’ipotesi, paventata giovedì mattina a noi e al Consorzio del Mincio, è impensabile dato che potrebbe determinare gravi problemi all’ecosistema lago. Lo ribadiremo lunedì opponendoci fermamente», dice Frau, «il nostro diniego sarà confermato anche dagli agricoltori, i principali utilizzatori delle acque benacensi, che fanno capo al Consorzio del Mincio». Frau si pone come capofila di questo sindacato di blocco: «Svasare 200 metri cubi di acqua al secondo significa togliere al Garda una quantità di acqua enorme. È una proposta che non ha senso, perché non risolverebbe i problemi idrici del Po e procurerebbe al Garda gravi problemi». Problemi anche di livelli, non nuovi e che, già l’estate scorsa, hanno richiesto un serio monitoraggio della situazione, migliorata quest’anno, come rilevato venerdì scorso in un incontro tra amministratori promosso in Provincia dall’assessore all’ecologia Luca Coletto. Allora l’idrometro di Peschiera segnava 62 centimetri sopra lo zero, ieri si era già scesi a 56.«Escono 71 metri cubi di acqua al secondo», precisa Pierlucio Geresa, segretario generale della Comunità, «toglierne 200 significherebbe triplicare la massa d’acqua in uscita, con una diminuzione di quattro centimetri al giorno». Non si precisa per quanti giorni ciò si protrarrebbe: «L’incontro servirà anche a chiarire i dettagli di un’ipotesi che però non dovrà avere corso», precisa ancora Frau.Riguardo alle alghe, l’Arpav informa che ieri sono procedute le ormai quotidiane ricognizioni e aggiorna: «La concentrazione si è abbassata a causa del minor irraggiamento solare e dell’aumento del vento, che hanno provocato moto ondoso e abbassato la temperatura dell’acqua. Le striature in superficie sono scomparse, né si manifestano altri fenomeni che facciano pensare a una nuova fioritura. Non vi è comunque mai stato alcun pericolo per la salute dei bagnanti e la concentrazione algale (800 cellule per millilitro) è ben inferiore alla soglia (5mila cellule per millilitro) per cui la legge prevede il divieto di balneazione».

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