martedì, Marzo 25, 2025
Il Torrazzo al centro del cimitero del capoluogo,base di una notevole torre campanaria, è l'unica cosa che rimane di quella che doveva essere la chiesa romanica.

Mano al torrazzo

Il Torrazzo al centro del cimitero del capoluogo,base di una notevole torre campanaria, è l’unica cosa che rimane di quella che doveva essere la chiesa romanica, eretta probabilmente verso la fine dell’XI secolo e dedicata a San Martino, vescovo di Tours.Della pieve esistono notizie già a iniziare dal 1077 ma mancano di quando sia stata effettivamente eretta. Venne comunque abbandonata dagli abitanti di’ Lazise tra il 1525/30 quando “il tempio aveva cessato di essere usato, in causa dei danni delle guerre”.Quello che rimane della torre campanaria resta il monumento considerato il più interessante che conservi la cittadina lacustre e per questo soggetto in questi giorni di un accurato intervento conservativo con la risistemazione del tetto, la chiusura delle fessure e interessato a una pulizia generale, con una spesa di 100 milioni.Il manufatto romanico con base quadrata di circa sette metri e mezzo di lato e alto metri 9,70 è contornato da una fila di diciotto archetti, sopra i quali corre una cornice di coronamento. Per tré lati la costruzione è coperta da calcare bianco, probabilmente delle cave di Incaffi. “Nel lato a nord, ove esisteva a breve distanza la chiesa”, come specifica uno scritto di Vittorio Cavazzocca Mazzanti del 1909, “vi è una porta mezza sepolta, che da accesso a un locale a volta, che ora conserva la cella mortuaria. Sopra a questa altra piccola porta con otto gradini che conducevano nel locale da dove si suonavano le campane”.Di quell’antica torre non rimane ora che la base visto che la parte superiore fu demolita nel 1777 per la fabbrica del campanile della chiesetta di San Nicolo al Porto. Ma non fu purtroppo l’ultima manomissione visto che nella prima metà del secolo scorso (1822?) fu smantellata la parte esterna verso levante: e anche questa volta per costruire un altro campanile, quello dell’attuale chiesa parrocchiale entro le mura.Nello stesso periodo per coordinare un po’ le tombe intorno al Torrazzo, vennero fatti alcuni lavori di scavo, ricorda don Agostini nel suo libro “Lazise nella storia e nell’arte del 1925”, e, a una certa profondità, fu scoperta la pianta dell’antico tempio, mentre le fondazioni di una casa con undici locali vennero scoperte invece dall’inizio di questo secolo in occasione dei lavori per realizzare nuove tombe e colombai nel lato a levante del cimitero .Sotto le fondazioni “si trovarono alla rinfusa”, mette in risalto il Cavazzocca, “materiali romani”. Prova sicura, secondo il Cavazzocca, che la collina ove esisteva il tempio di San Martino, fu abitata anteriormente da qualche famiglia romana.

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