sabato, Maggio 18, 2024
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L’uscita autostradale di Desenzano: quattromila veicoli e controlli quotidiani. Di giorno i turisti, la notte il popolo di discoteche e night. Ed anche i malviventi

«Noi, in un casello di frontiera»

Passaggio di malviventi in fuga su auto rubate, snodo del traffico della droga, percorso obbligato per i giovani che, spesso un po’ «bevuti», tornano dalla discoteca quando albeggia. E ancora, uscita privilegiata per i professionisti lombardi a caccia di night ed «avventure» sul Garda, o semplicemente luogo di appuntamento o uscita per i turisti. In ogni caso, ovviamente, punto nevralgico per i controlli delle forze dell’ordine: dai caselli autostradali bresciani passa ogni genere di persona. Ed i casellanti sono lì, inossidabili, ad osservare. Ma possono, in caso di emergenza, segnalare passaggi sospetti o comitive troppo euforiche? «Bresciaoggi» ha provato, per una notte, ad andare dall’altra parte del vetro. In un punto particolarmente caldo: l’uscita di Desenzano. A fare da accompagnatore e da angelo custode c’è Onelio Cordioli, 50 anni, responsabile di stazione. I turni sono tre, di otto ore ciascuno. Anche le uscite del casello sono tre. Un addetto controlla il telepass, un altro è a disposizione: l’organico varia in base al traffico. A volte lo si può prevedere, a volte invece si è travolti. Basta una fiera a Verona, il Vinitaly, la Mille Miglia a Brescia, un raduno degli alpini nel raggio di un centinaio di chilometri ed è emergenza. L’ultima volta – spiega Onelio Cordioli – è stato con le Frecce Tricolori a Ghedi. E poi un salto sul lago è nei programmi di molti turisti e Desenzano è la porta del lago. Dunque, per tornare a noi, in certi momenti pensare che il casellante possa fare anche da «osservatore» e segnalataore è pura utopia. Ma è di notte il clou, quando aprono le discoteche. I ragazzi vanno al Fura, al Genux, all’Art, per il Mazoom escono invece a Sirmione. Si racconta che quando la polizia fa le retate è un fuggi fuggi e nel piazzale del casello ci sono pasticche di ecstasy dappertutto, gli agenti ne riempiono contenitori grandi come scatole da scarpe. Ma dalla postazione si può chiamare la polizia se si nota qualcosa di strano? Qui la prima sorpresa. Niente da fare, il telefono è interno, però col ponte radio si può comunicare con la centrale. Ma se passa una Mercedes che ha tutte le caratteristiche dell’auto rubata? Si può solo segnalarne il passaggio, nient’altro. «Ma la polizia – ci dicono – pattuglia di continuo l’autostrada». E’ il loro lavoro. Un lavoro tutt’altro che facile, visto che sull’asse Milano-Venezia, confusi con i turisti, gli agenti di commercio e i camionisti, viaggiano criminali piccoli e grandi, dagli albanesi della famigerata banda delle auto di lusso ai corrieri della droga. E Desenzano è spesso uno sbocco privilegiato. Ma è ancora tardo pomeriggio. Ed i problemi per ora sono altri. Arrivano degli stranieri, non hanno il biglietto. Devono fermarsi al Centro servizi e compilare un modulo con i dati loro e della vettura e spiegare come mai viaggiano senza biglietto. «Dovrebbero pagare dal casello più lontano, sulle 80 mila lire, ma non accadrà». Sono entrati a Bergamo, sono inglesi, entrambi sui settant’anni, si scusano. Promettono che staranno attenti, compilano il modulo e, alla fine, pagano il biglietto da Bergamo.

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