È rimasto l’ultimo della dinastia di costruttori di barconi in legno sul Garda. Sauro Feltrinelli, 76 anni di Malcesine, ieri mattina nella sala civica del municipio ha ripercorso la vita dei vecchi “mercantili” del Benaco durante la presentazione della sfida fra il San Nicolò e la Siora Veronica: gara di due giorni in programma sabato e domenica prossimi. I due bialberi, capitanati da Aldo Giarbini e dall’imprenditore altotesino Hans Renner, riproporranno la storica sfida fra i bragozzi, imbarcazioni con portata da 100 a 700 quintali, che si svolgeva negli anni Venti nelle acque antistanti Riva del Garda. A ricordare la funzione dei barconi da carico, oggi merce rara, è stato proprio il maestro d’ascia Sauro Feltrinelli. Imbeccato dal professore Giorgio Maria Cambiè, autore nel 1988 del libro Uomini e merci sul Benaco, l’anziano d’origine gargagnese ha con grande lucidità svelato l’importanza economica dei pesanti bialberi costruiti con il padre Carlo, che ereditò il mestiere dal nonno Giovanni. «Papà ne fabbricò molti anche perché il boom si ebbe subito dopo la prima guerra mondiale. I cantieri navali erano le spiagge: qui i committenti portavano il legno per la costruzione. Noi da Gargnano, dove il lavoro scarseggiava, ci trasferimmo dapprima ad Assenza e poi nella spiaggetta sotto il castello scaligero di Malcesine. Da lì, in località Retelino, dove tutt’oggi ho il mio piccolo cantiere». Già perché nonostante l’incedere del tempo l’attivo Feltrinelli, che non ha trovato apprendisti a cui cedere la sua esperienza («È un lavoro che si fa per passione non certo per fare soldi», dice), ha negli ultimi anni costruito delle bisse per Cassone, Peschiera, Sirmione e Garda. Poca cosa rispetto al passato quando insieme alla famiglia, lavorando giorno e notte (unico giorno di festa quello del varo dell’imbarcazione) e utilizzando solo l’ascia dal manico corto e la pialla, realizzava in quattro mesi barconi di stazza variabile. «Fare un barcone, allora, costava quanto costruire un albergo», afferma Sauro che con tristezza ricorda quando alla fine degli anni Cinquanta nel suo cantiere stazionavano ben otto mercantili destinati alla demolizione. «Sono tutti finiti come legna nei forni dei panettieri». A decretare la lenta morte dei bragozzi, che trasportavano merci pesanti e povere (legno, carbone, pietre) la costruzione a fine anni Venti della Gardesana. L’idea di riscoprire un momento di vita quotidiana della prima metà del Novecento proponendo la sfida fra i mercantili del Benaco è venuta a Ivan De Beni e ai coniugi Anna e Hans Renner, armatori del San Nicolò, bialbero di poco più di 16 metri varato nel 1926 e di proprietà dell’agenzia Europlan, e della Siora Veronica, scafo di 24 metri costruito da due fabbri di Peschiera nel 1927. Iniziativa subito supportata dai Comuni di Bardolino e Malcesine. «Vogliamo che questo avvenimento diventi un appuntamento fisso, da proporre come apertura di una manifestazione importante», ha dichiarato il sindaco di Bardolino, Pietro Meschi. Sulla stessa lunghezza d’onda Giuseppe Lombardi, primo cittadino di Malcesine. «La cosa più importante per il nostro lago è non perdere la memoria e le ricchezze della tradizione», ha rimarcato il sottosegretario alla Riforme istituzionali Aldo Brancher. All’incontro erano presenti anche Fernando Morando, presidente Confcommercio, Antonio Pasotti, presidente del consorzio Lago di Garda è…, l’assessore al turismo di Malcesine Carlo Chincarini, Marco Zaninelli dell’Assogardacamping, e le autorità militari locali.
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Il maestro d’ascia Sauro Feltrinelli ha presentato la gara di due giorni tra San Nicolò e Siora Veronica E c’è ancora chi li costruisce
Ritorna la sfida tra i bragozzi
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