Anche il «Gruppo ecologico di Peschiera», con il presidente Manlio Bompieri, ha presentato alla Regione osservazioni al piano d’area Baldo-Garda su navigazione e portualità.Il gruppo dice: «Già il Piano territoriale regionale di coordinamento (Ptrc), nel 1989 manifestava preoccupazione per la presenza di 4mila imbarcazioni a motore sul lago. Esse costituivano un limite di tolleranza oltre cui insorgevano congestione e inquinamento incontrollabili. Il limite negli anni è stato di gran lunga superato e a incrementare il caos è arrivata anche l’iniziativa dei piani-boa comunali, che nel Basso Garda si sono insediati in prossimità di zone classificate Sic e Zps (siti di interesse comunitario e zone a protezione speciale), a ridosso di zone balneari, campeggi, alberghi e passeggiate». «Secondo noi», continua il gruppo ecologista, «il piano d’area per mobilità acquea e portualità, nella realtà esprime un’ulteriore volontà di incrementare la nautica a motore e contraddice le intenzioni del Piano stesso di tutela e valorizzazione del territorio. Perciò proponiamo l’applicazione rigorosa della legge 52, che disciplina il demanio lacuale e la navigazione sul Garda; l’istituzione del Comitato permanente d’intesa fra gli enti preposti; che la vigilanza sia fornita di strumenti per rilevare le infrazioni quali velocità e rumorosità; segnalazione con boe delle aree balneari, zone a canneto e archeologiche, nonché fasce di protezione costiera; definizione del numero di imbarcazioni a motore ammissibile e regole che limitino l’utilizzazione del lago a mezzi oltre una certa potenza; stop al rilascio di nuove licenze di noleggio di unità a motore».«Finché non si riuscirà», conclude il gruppo, «ad applicare integralmente la legge 52, chiediamo la sospensione dell’assegnazione di nuovi posti barca per unità a motore. E siamo contrari alla costruzione di nuovi porti: si migliorino gli esistenti, poiché il Garda non è un mare, ma un delicato e ambiente da tutelare».
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Anche il «Gruppo ecologico di Peschiera» interviene in chiave critica sulle prospettive riunite nel Piano d’area elaborato dalla Regione. Gli ambientalisti: «Venezia si contraddice e favorirà lo sviluppo della nautica inquinante»