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Un nuovo progetto di ricerca subacquea

Dai fondali del lago tesori dell’antichità

Continue sorprese emergono dal sottosuolo e dai fondali di Sirmione: novità riguardano sia la classificazione di reperti già noti, sia le nuove esplorazioni subacquee. La sistemazione avvenuta pochi anni fa del settore preistorico e protostorico all’interno del Museo, che si trovava subito dopo l’ingresso all’area archeologica delle «Grotte di Catullo» a Sirmione, ha permesso agli archeologi di avviare una revisione completa di tutti i materiali frutto di campagne di scavi che, a più riprese, hanno interessato la zona del Basso Garda. L’area dei ritrovamenti si estende da San Felice del Benaco si estende fino a Torri, in provincia veronese. Dalla «lettura» dei numerosi reperti gli studiosi hanno potuto «datare» con precisione la presenza umana a cominciare dal Neolitico (V millennio a.C.). In questa vasta area lacustre, gli esseri umani vivevano prevalentemente su palafitte. I reperti ritrovati si riferiscono alle località San Francesco, Porto Galeazzi, Lugana Vecchia e Maraschina. Anche nel centro storico di Sirmione, nella zona delle ex scuole elementari, in via Antiche Mura e nell’area occupata dall’albergo Corte Regina, durante i recenti scavi, sono stati individuati reperti archeologici che risalgono al periodo del Bronzo. Questi materiali di recente localizzazione sono andati ad aumentare il già rilevante patrimonio archeologico derivante da scavi di vecchia data, specialmente, nella zona dove ora si estendono le «Grotte di Catullo». I materiali revisionati erano un lotto di più di 2000 pezzi. Numerosi reperti, in particolare, sono stati localizzati sott’acqua. Per questo motivo, a tutela del patrimonio archeologico sommerso, è stato avviato un progetto di collaborazione fra le Soprintendenze Archeologiche della Lombardia e del Veneto e lo Stas (Servizio Tecnico di Archeologia Subacquea) istituito dal ministero per i Beni e le Attività Culturali. Il piano, risalente al 1987, vuole dar vita con le Amministrazioni del Basso Garda a una collaborazione volta a una verifica preventiva di siti archeologici individuati sott’acqua, che sono oggetto di realizzazioni infrastrutturali, come ad esempio la posa in opera di cavi subacquei, barriere di protezione, petenziamento di strutture portuali.

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