Con l’ultima mostra si conclude oggi a Desenzano la manifestazione «Autunno d’arte al Sesto Senso», che per due mesi ha coinvolto pittori, scultori e designer e che ora tributa un omaggio all’artista Vanni Viviani, scomparso nel giugno 2002. Nato nel mantovano, Viviani si trasferì giovanissimo a Bolzano dando inizio alla sua attività artistica da autodidatta e organizzando la prima mostra personale nel 1962. L’incoraggiamento dei suoi «maestri spirituali» Virginio Guidi e Karl Plattner lo spinge a proseguire e a trasferirsi, nel 1963, a Parma. La sua inconfondibile personalità cominciò sin da allora a segnalarsi a pubblico e critica: la simbologia delle spighe di grano lo distinse fra gli artisti contemporanei. Agli inizi del 1970 Vanni si trasferì a Milano, nel cuore della vecchia Brera: qui emerse il suo secondo «personaggio»: la mela. Veicolo di molteplici significati allusivi, erotici, la mela si trasforma in una rappresentazione indecifrabile e complice di piaceri e inganni. Quindi, nel 1974, l’apertura di uno studio a Villa Faraggiana ad Albissola. Nel 1988, all’apice della carriera artistica, sentì il bisogno di tornare nel paese di origine: S. Giacomo delle Segrate, per fondarvi Ca Di Pom, un universo perduto tra le nebbie in cui gli fu possibile ritrovare la propria intima identità e che oggi è stato trasformato in un centro culturale. L’ultima antologica di Viviani risale al 2002 a Mantova: una sintesi della sua vita artistica.
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L’omaggio al grande Viviani
Si conclude al «Sesto Senso» l’interessante manifestazione artistica a
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