venerdì, Aprile 26, 2024
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Mai tanta gente per le strade del centro per il passaggio della corsa Una muraglia di entusiasmo

Mille Miglia: una storia mai conclusa

Cosa volesse dire il conte Aymo Maggi quando negli anni Venti richiamava agli amici la necessità di «creare qualcosa di assolutamente nuovo e spettacolare» si è visto per molte primavere tra il 1927 ed il 1957: una corsa nata dal nulla divenuta mito, la gara di un piccolo Paese che ha conquistato per sempre l’immaginario collettivo mondiale. Ora è altrettanto chiaro cosa intendessero Beppe Lucchini, Vittorio Palazzani e Costantino Franchi quando, a metà degli anni Settanta, in un’Italia scossa dai rincari petroliferi ed attraversata da ventate di fobia dell’auto, sognavano la riedizione della 1000 Miglia, la proposizione di «qualcosa di assolutamente nuovo e spettacolare». L’evento andato in scena ieri sera in città deve infatti aver convinto anche i più scettici sulla possibilità di muovere pigri e pantofolai, di chiamare per strada, esattamente come negli anni eroici, migliaia di persone d’ogni età e ceto. Da qualche anno ormai la manifestazione allestita del Musical Watch Veteran Car Club ha riconquistato Brescia, portando fin dall’avvio i bolidi nelle vie silenti e nelle piazze storiche. Ma ieri, complice la bella serata ed un’estate ormai alle porte, ogni record è stato battuto, ogni resistenza è stata superata, ogni incertezza spazzata via da un rombo coinvolgente. E pensare che anche stavolta non mancavano le perplessità di più d’uno. Si diceva che Brescia usciva da un recentissimo, esauriente bagno di folla con l’adunata degli alpini ed anche gli sportivi avevano già in calendario il passaggio del Giro, proprio lunedì. Inoltre a richiamare i curiosi, si diceva, non ci sarebbero stati i personaggi di altre 1000 Miglia, da Moana Pozzi ad Ornella Muti, ad Alberto Tomba. Perplessità e dubbi che, col sole ancora all’orizzonte, s’erano già dissolti. La gente che aveva affollato per tutta la giornata piazza Vittoria per le punzonature, ed aveva inseguito i bolidi in piazza Paolo VI, in Piazza Loggia ed in via X Giornate, ha infatti preso possesso ben prima del via di ogni angolo di strada toccato dal serpentone delle auto d’epoca. Il silenzio che nel cuore del centro in altre edizioni aveva preceduto lo sventolio di bandiera del mossiere, è stato sostituito ieri dal brusio di migliaia di persone che cercavano il posto migliore per scattare fotografie o semplicemente per non mancare l’appuntamento con le auto. Angoli interi di città – come piazza Arnaldo, piazza del Foro, via Cattaneo – sono scomparsi dietro un muro di volti, di braccia, di gambe. Uno spettacolo nello spettacolo con persone abbarbicate a monumenti, a ringhiere, a cartelli stradali; donne e ragazzi innalzati da un provvidenziale tavolino, da una sedia, spesso dalle spalle d’un amico possente e generoso. Proprio nei pressi del palazzo di via Musei, dove Aymo Maggi nacque nel 1903, c’era ieri sera una compagnia di giovani tedeschi che aveva realizzato col sostegno d’una inferriata un’incredibile piramide umana. Che è durata per decine di passaggi fin quando il saluto di Paola Perego, applauditissima ovunque, non ha provocato il cedimento delle fondamenta. Una risata, qualche ammaccatura e gli «edili» erano già nuovamente all’opera. Gianfranco Bertoli

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