venerdì, Marzo 29, 2024
HomeTerritorio«Strade e pale eolicheminacciano il Baldo»
Gianfranco Caoduro: «Da naturalista parlo in favore di un comprensorio unico in tutta Italia»

«Strade e pale eolicheminacciano il Baldo»

«Giù le mani dal Baldo, santuario di biodiversità unico, che meriterebbe di essere ufficialmente riconosciuto parco naturale». È il succo della reazione di Gianfranco Caoduro, presidente della Wba (World biodiversity association, Associazione mondiale per la biodiversità), di fronte alle ultime vicende che stanno coinvolgendo l’«Hortus Europae». Tra queste ci sono il progetto del comune di Brenzone, che mira a costruire tre o più torri eoliche a Costabella, e lo spettro della Affi-Pai che «segherebbe» il Baldo alla base.«Non entro nei dettagli dei singoli interventi», dice. «Ma da naturalista rimarco che siamo di fronte al territorio che presenta la maggiore biodiversità in Italia e, probabilmente, anche in Europa». Lo dicono i numeri. Caoduro rammenta come sul Baldo, su un’estensione di 300 chilometri quadrati, sono ospitate ben la metà delle circa 120 specie di orchidee spontanee note in Italia. Inoltre sono segnalate 2 mila e 85 specie di farfalle sulle 5mila 127 conosciute nell’intera penisola. Sotto il profilo ecologico naturalistico, infatti, su questa montagna, si va dagli ambienti sub mediterranei, sulle rive del Lago di Garda, sino a quelli alpini d’alta quota, sopra i duemila metri.«Si ha cioè una varietà di ecosistemi tale da favorire l’insediamento di moltissime specie vegetali e animali molto diverse tra loro. Sono decine le specie d’invertebrati esclusivi del Baldo». Tra queste ci sono la Osellasoma cauduroi, un millepiedi scoperto proprio da Caoduro nella grotta Pozzo di Val del Parol a 1600 metri di quota sull’Altissimo, o la Boldoria baldensis trovata più a valle nella grotta del Tasso a Caprino. Motivi per cui occorre rispetto: «Motivi per cui ritengo che, nell’arco alpino, il Monte Baldo sia il luogo che più merita di essere tutelato come area protetta riconosciuta attraverso l’istituzione di un parco».Precisa di parlare da naturalista, il presidente della Wba, ma ciò non lo esime dall’esprimere un parere anche su potenziali pale ed Affi-Pai: «Faccio appello a considerare che stiamo parlando di un territorio preziosissimo», nota. «Non si dice di imbalsamarlo, ma di tenere presente che ogni opera progettata qui deve tenere in considerazione l’impatto che può avere, anche su organismi vegetali e animali, che vivono solo qui e in nessun’altra parte del mondo».Questo mondo, investito da interventi come un’Affi-Pai o torri eoliche sarebbe condannato a sparire. «Concettualmente non sono contrario all’eolico bensì a favore di tutte le fonti energetiche che possono limitare l’emissione di gas serra, come il Co2», precisa Caoduro. «Tuttavia ritengo poco responsabile introdurre in ambienti pressoché integri sotto il profilo naturalistico strutture impattanti come pale eoliche. E’ come se, accanto al campanile di San Zeno, costruissero un edificio in cemento armato … Sarebbe uno sconquasso anche paesaggistico».E la Affi-Pai? «Anche qui va valutato l’impatto ambientale ricordando che ogni intervento che modifica in modo sostanziale l’assetto del territorio può innescare processi irreversibili che possono causare l’estinzione delle specie. La Affi-Pai verrebbe realizzata a quote basse, ma anche qui il Baldo è costituito da elementi di grandissimo interesse naturalistico, elementi molto delicati e sensibili alle modificazioni dell’ambiente».Insomma, forse a questo punto sarebbe davvero il caso di “ingessarlo” questo Baldo: «Un parco naturale non significherebbe certo questo, ma finché il parco non è istituito, tutti questi interventi sono teoricamente possibili», chiude il naturalista.

Articoli Correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Dello stesso argomento

- Advertisment -

Ultime notizie

Ultimi Video