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L’aeroporto D’Annunzio torna a far gola alla compagnia. Mercoledì la decisione. Gli irlandesi: «A Montichiari la base europea»

Ryanair ha cambiato idea

Ormai sembrava un’ipotesi tramontata. Ma in una trattativa ci sta tutto e il contrario di tutto. Gli inglesi dicono «business», termine più nobile e affascinante, ma la sostanza non cambia. I no diventano nì e magari poi saranno sì. Le parole si possono anche sprecare, se in ballo ci sono cifre importanti. Dall’incontro con la stampa organizzato per annunciare le nuove rotte verso l’Italia da Ryanair a Milano – al numero 79 di corso Buenos Aires, in una cornice che profuma di the come il Wall Street Institute – il popolo di viaggiatori bresciani doveva, in teoria, aspettarsi novità non trascendentali. Qualcosa come il terzo volo giornaliero da Montichiari a Londra. Invece per il «D’Annunzio» si prospetta una vera svolta: entro aprile potrebbe diventare la base europea di Ryanair. Il quarto polo, dopo Londra, Dublino, Glasgow. La decisione sarà ufficializzata mercoledì prÈossimo. «Siamo ancora in trattativa», dicono in coro Ben Berger, responsabile dello sviluppo di Ryanair in Italia, e il suo braccio destro Sinead Finn. Poi però si lasciano scappare che «per Montichiari ci sono buone possibilità». Il discorso che pareva chiuso si è improvvisamente riaperto. Terra d’aerei dal 1909, aeroporto piccolo e moderno inaugurato nel marzo del 1999, Montichiari ha doti appetitose per una compagnia aerea grande e ambiziosa. La Ryanair, «alta qualità a basse tariffe», nata nell’85 a dispetto delle compagnie di bandiera e attiva in Italia da 33 mesi (più di un milione di posti all’anno), che offre i suoi viaggi aerei (comprese prenotazioni di auto e alberghi e assicurazioni) sul sito «www.ryanair.com». E ormai il 50 per cento delle prenotazioni per Londra si effettua on line. Montichiari può sperare dunque di ritrovarsi legata a filo doppio con Francoforte e Parigi, Salisburgo e Bruxelles, ché i voli interni, per una base, sono la normalità. Perché Montichiari? Innanzitutto, la concorrenza è poca e il traffico pure, dunque c’è campo (quasi) libero per fare e rischiare (d’impresa). Sono disponibili slot e parcheggi, la radioassistenza è notevole, la zona è regno di lavoro esportabile. Ma il «D’Annunzio» è già all’altezza? È adeguato al ruolo uno scalo che solo una settimana fa andava in tilt per il guasto di un’autopompa dei Vigili del fuoco? «Assolutamente sì – afferma il presidente della Camera di commercio Franco Bettoni -. Assurdo prendere ad esempio l’incidente dell’autopompa: un guasto tecnico può capitare, io stesso ho assistito a cento sgradevoli imprevisti negli aeroporti più grandi e prestigiosi del mondo. Montichiari è all’altezza e mi auguro che Ryanair sciolga le sue ultime riserve. Il “D’Annunzio” ha grandi qualità e lo ha dimostrato in pochissimo tempo. L’economia turistica ha già tratto giovamento dall’arrivo di Ryanair, così come l’immagine della nostra provincia. Gli operatori gardesani sono ben contenti di ospitare i turisti inglesi. Se Montichiari diventasse base, potrebbe compiere l’auspicato salto di qualità». Se lo scalo monteclarense diventerà base, Ryanair cercherà di crescere nel Bresciano: da 200 mila a un milione di passeggeri all’anno. «Nessun problema – assicura Bettoni -. Fino a 500 mila si può fin d’ora. Si vuole arrivare a un milione di viaggiatori? Si può. Basterà investire 7-8 miliardi». «Seguiremo da vicino questa vicenda insieme agli amministratori del Catullo – annuncia Vigilio Bettinsoli, assessore ai Trasporti in Broletto -. Montichiari ha potenzialità europee ed è assolutamente affidabile. Un problema come quello causato dall’autopompa non ricapiterà più, se il Governo, come sembra, aumenterà il numero dei vigili del fuoco. E con Ryanair il “D’Annunzio” potrebbe conquistare l’Europa». Ieri a Milano Ryanair ha presentato le sue nuove destinazioni, che fanno salire a quota 10 le rotte italiane (fra le quali, oltre a Montichiari, Pisa, Treviso e Rimini) e a 47 le aerostazioni europee. Si tratta di Trieste e Pescara. L’Abruzzo e il Friuli Venezia Giulia entrano nel circuito al prezzo di 299 mila lire: andata e ritorno da Pescara e Trieste a Londra (tasse escluse), «con un risparmio – dicono Berger e Finn – dell’80 per cento rispetto alle tariffe Alitalia e la certezza di ricevere la visita ogni anno di decine di migliaia di danarosi turisti britannici». Ma anche a Montichiari le proposte allettanti già non mancano. Quella settimanale (oggi valida fino a mezzanotte: per prenotarsi bisogna collegarsi al sito) offre un viaggio a Londra a 49 mila lire. Nel week-end il prezzo sale a 139 mila. Domani saranno rese note le offerte per la nuova settimana.

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